Obbligata su lavoro ad indossare i tacchi, ecco come si vendica

Una giovane cameriera canadese costretta ad indossare i tacchi per lavorare, mette su un famoso social network le foto dei suoi piedi insanguinati alla fine del suo turno lavorativo.

Obbligata su lavoro ad indossare i tacchi, ecco come si vendica

Una giovane cameriera canadese, stanca di ritrovarsi a fine turno con i piedi insanguinati a causa dell’uso prolungato dei tacchi, decide di condividere con i suoi contatti su un famoso social network le sue pene e soprattutto gli scatti dei suoi piedi insanguinati.

Di certo la ragazza non si aspettava che il popolo del più famoso social network facesse della sua storia un immediato tam tam virale e mediatico, che ha portato quindi alla cronaca le condizioni in cui questa cameriera di Alberta é costretta a lavorare.

La ragazza, Nicola Gavins, racconta sempre nel suo commento sul social network, che aveva chiesto al suo responsabile presso il Joey Restaurant di Edmont in Alberta, di poter cambiare scarpe, proprio a causa degli continui sanguinamenti ai piedi, tali addirittura da farle rompere anche un unghio del piede. Ma il suo capo é rimasto sordo alle sue richieste, rimproverandola pure per le lagnanze fatte.

Inutile dire che la ragazza si é sentita schiacciata da una lato dall’esigenza di dover mantenere  e dall’altra dal dolore costante che le procura il fatto di dover indossare le scarpe con un tacco di dieci centimetri. Unico sfogo? I social network.

C’é chi giudica la decisione della ragazza una puerile vendetta, chi invece grida al sessismo, andando chiaramente contro il datore di lavoro. Come sempre accade in questi casi il popolo dei social si divide, ma é innegabile che la notizia é stata condivisa in maniera virale, tanto che anche la ragazza é rimasta sbalordita dal clamore creatosi intorno alla sua personalissima vicenda.

Probabilmente ad alimentare tanta caondivisione c’è anche il fatto che in molti, sia uomini che donne, a vario titolo e in varia misura, si identificano con la discriminazione e l’assurda imposizione fatta dal datore di lavoro, e magari, perché no, l’aver aiutato a condividere la notizia, é stato per molti, forse, anche una piccola vendetta personale per i torti subiti dai propri datori di lavoro.

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