Nigeria, bimbi usati come bombe umane dai terroristi jihadisti

Minori sfruttati come kamikaze per mano del terrorismo jiahdista. Nella regione nord-orientale della Nigeria, l'UNICEF ha registrato nuovi raccapriccianti dati inerenti all'utilizzo dei bambini come veri e propri ordigni esplosivi.

Nigeria, bimbi usati come bombe umane dai terroristi jihadisti

Tra gli orrori che stanno imperversando nella regione nord-orientale della Nigeria, tutti attribuiti al più grande gruppo di terroristi dello stato islamico, si annovera lo sconcertante sfruttamento di minori, impiegati come vere e proprie bombe umane negli attacchi kamikaze. L’UNICEF, l’agenzia dell’ONU che si occupa di difendere i diritti e migliorare le condizioni di vita dei bambini di tutto il mondo, ha segnalato queste raccapriccianti atrocità.

Secondo attendibili testimonianze, lunedì 17 giugno 2019, i terroristi jihadisti avrebbero nuovamente usato 3 minori, due bambine ed un bambino, come detonatori per far esplodere del materiale infiammabile. Durante tale attacco terroristico, avvenuto in un centro comunitario di Konduga nello Stato di Borno, hanno perso la vita 30 persone e 40 sono rimaste ferite.

La denuncia dell’UNICEF

Un documento redatto dall’UNICEF recita così: “È inaccettabile che i bambini vengano utilizzati in questo modo. Chiediamo a tutte le parti coinvolte in questo terribile conflitto di proteggere sempre più piccoli e di tenerli lontani dai pericoli. Quello di lunedì, porta il numero segnalato di bambini utilizzati come bombe umane a 5, da gennaio 2019. Nel 2018, erano stati 48 bambini, fra i quali 38 bambine, utilizzati in attacchi suicidi”.

Dal 2012 sfruttamenti e stupri di minori

Dal lontano 2012 ad oggi, sono inquantificabili i gruppi armati nigeriani che hanno tratto illeciti vantaggi arruolando minori di sesso maschile e molestando minori di sesso femminile. Alcune delle bambine vittime di stupro sono rimaste incinte e hanno partorito senza alcun ausilio medico-sanitario.

Tra il 2014 e il 2017, nella guerra in corso nello stato della Nigeria nord-orientale, furono uccisi 146 bambini-kamikaze, di cui 101 femmine e 45 maschi. L’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, persevera e non intende abbandonare la propria nobile battaglia, sollecitando le autorità nigeriane e le associazioni statali che si occupano di reintegrare i minori nelle loro famiglie e/o comunità.

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