Nicolas Sarkozy scarcerato: concessa libertà vigilata dalla Corte d’Appello di Parigi

L'ex presidente francese esce dal carcere della Santé dopo tre settimane di detenzione per il caso dei finanziamenti libici, con imposte restrizioni nei movimenti e nei contatti.

Nicolas Sarkozy scarcerato: concessa libertà vigilata dalla Corte d’Appello di Parigi

La Corte d’Appello di Parigi ha deciso di concedere la libertà vigilata a Nicolas Sarkozy, l’ex presidente francese condannato a cinque anni di carcere per associazione a delinquere e finanziamento illecito della sua campagna elettorale del 2007. Sarkozy ha lasciato il carcere della Santé dopo poco più di tre settimane di detenzione, con l’imposizione di severi vincoli che limitano i suoi movimenti e i suoi contatti. La decisione rappresenta un risultato significativo per il settantenne politico, che continua a negare le accuse rivoltegli.

Libertà vigilata e vincoli imposti

La Corte d’Appello ha ritenuto che Sarkozy non rappresenti un concreto rischio di fuga o di inquinamento probatorio, autorizzandone il rilascio in regime di libertà vigilata. All’ex presidente è tuttavia vietato abbandonare il territorio francese e intrattenere contatti con i coimputati e i testimoni del processo. La procura generale aveva richiesto specificamente queste misure di controllo per garantire la regolarità dell’inchiesta e prevenire qualsiasi manipolazione delle prove durante il procedimento d’appello.

L’applicazione dell’articolo 144 del Codice di procedura penale francese ha guidato la decisione della Corte, che ha valutato il caso sulla base di criteri tecnici indipendenti dalla gravità delle accuse e dal peso politico del procedimento. Il processo d’appello è previsto per la primavera, quando verranno affrontate nuovamente le questioni relative ai presunti finanziamenti provenienti dalla Libia.

Le dichiarazioni di Sarkozy e il quadro normativo

Durante l’udienza davanti alla Corte, Sarkozy ha preso la parola per ribadire la sua innocenza, definendo le accuse come infondate e la detenzione come “un incubo”. Ha dichiarato fermamente di non aver mai richiesto alcun finanziamento al leader libico Muammar Gheddafi, negando categoricamente le imputazioni di associazione a delinquere. L’ex presidente ha sottolineato il suo comportamento scrupoloso nei confronti della giustizia, affermando di aver sempre risposto puntualmente alle convocazioni del tribunale.

Sarkozy ha descritto il periodo trascorso nel penitenziario di La Santé come una prova estenuante e molto difficile, pur riconoscendo l’umanità dimostrata dal personale penitenziario. Ha ribadito il suo impegno a rispettare rigorosamente tutti gli obblighi imposti dalla Corte e ha enfatizzato il suo radicamento in Francia, sottolineando che non intende fuggire e che la sua famiglia risiede nel paese. L’ex inquilino dell’Eliseo ha inoltre sottolineato di essere consapevole della gravità delle accuse, ma che tre settimane di penitenziario non modificheranno il suo comportamento e la sua determinazione a dimostrare la propria innocenza.

La decisione della Corte d’Appello riflette un equilibrio delicato tra il principio della presunzione di innocenza e la necessità di mantenere il controllo su una figura politica di rilievo durante il procedimento giudiziario. La libertà vigilata imposta a Sarkozy rappresenta una forma intermedia che permette al settantenne di lasciare il penitenziario pur mantenendo restrizioni significative sulla sua libertà di movimento e di comunicazione. Questo approccio è comune nella giurisprudenza francese quando si tratta di personalità pubbliche di spicco coinvolte in processi di particolare rilevanza.

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