New York, è emergenza Covid: 650 cadaveri nei camion frigo da aprile sul lungomare di Brooklyn

La notizia è riportata dai più importanti media internazionali, inclusa l'italiana Rai. I corpi risalirebbero alla prima ondata di Sars-CoV-2 vissuta dagli Stati Uniti d'America, le rispettive famiglie non possono provvedere alla sepoltura dei propri cari.

New York, è emergenza Covid: 650 cadaveri nei camion frigo da aprile sul lungomare di Brooklyn

Una notizia che fa accapponare la pelle arriva dagli Stati Uniti d’America, precisamente da New York. Secondo quanto riferiscono i media internazionali, inclusa la Rai, 650 corpi di persone decedute a causa del coronavirus Sars-CoV-2 si troverebbero ancora immaganizzati in camion congelatori nel distretto di Brooklyn.

I decessi risalirebbero alla prima ondata pandemica subita dagli States nella scorsa primavera, quando il mondo ha cominciato a fare i conti con questa nuova malattia. La vicenda è stata raccontata anche dal Wall Strett Journal. I famigliari delle vittime, nella maggior parte dei casi, non possono permettersi una sepoltura adeguata. 

Obitorio allestito ad aprile 2020 sulla 39esima strada a Sunset Park

Da quanto si apprende l’obitorio per conservare i cadaveri è stato allestito sulla 39esima strada a Sunset Park lo scorso mese di aprile. Da allora i funzionari non riescono a rintracciare i parenti di 230 persone che sono decedute a causa del coronavirus. Molti di loro hanno dichiarato alle autorità di non avere i soldi per poter svolgere la funzione funebre, che negli Stati Uniti può costare davvero molto. Il Governo, proprio per venire icontro ai meno abbienti, ha studiato un apposito fondo per provvedere ad aiutare le famiglie in difficoltà. In particolare sono stati stanziati contributi per i funerali che vanno da un minimo di 900 dollari fino agli attuali 1.700. Una cremazione costa circa 6.500 dollari.  La notizia di quanto avvenuto si è sparsa immediatamente in tutto il mondo, anche grazie alla comunicazione dei media internazionali. 

New York teme una seconda ondata

Nel frattempo la pandemia continua a mietere vittime e contagi in tutto il mondo. A New York gli abitanti e il sindaco Bill de Blasio temono l’arrivo di una seconda ondata, che potrebbe mettere ancora più in difficoltà il territorio della “Grande Mela”. In questo periodo gli Stati Uniti continuano a far registrare circa 110.000 casi al giorno, con picchi che nell’ultimo mese hanno raggiunto a volte i 200.000. Per questo le autorità governative continuano a tenere sotto controllo la situazione epidemiologica. New York è una delle città più colpite dalla pandemia negli States.

L’epidemia galoppa anche in Texas, dove in queste ultime settimane gli obitori della contea sono stati travolti dall’improvvisa impennata di contagi e decessi a causa del Covid-19. Il sindaco di El Paso, Dee Margo, ha chiesto l’intervento della Guardia Nazionale per far fronte all’emergenza sanitaria nel territorio di sua competenza. 

Negli Stati Uniti oltre 12 milioni di casi

Gli Stati Uniti d’America sono la nazione più colpita dal coronavirus a livello mondiale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Johns Hopkins University i casi registrati nel territorio Usa dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono 12.249.575. Per questo il Paese è il più colpito dalla pandemia a livello mondiale, seguito da India e Brasile. Ulteriori restrizioni per contenere il contagio sono scattate in varie parti della nazione per contenere il contagio durante la festa del Ringraziamento, che si svolgerà 26 novembre prossimo. 

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