Neurochirurgo di 32 si ammala di Covid e muore: lascia due figli e una lettera commovente

La lettera di un neurochirurgo che, non riesce a sopravvivere al Covid, mostra tutto l'amore, la passione e la dedizione per questo lavoro compreso i rischi a cui si va incontro.

Neurochirurgo di 32 si ammala di Covid e muore: lascia due figli e una lettera commovente

Il Covid, questo virus dilagante, non risparmia nessuno e a farne le spese sono anche e soprattutto gli operatori dello staff sanitario: dai medici alle infermiere, assistenti, ecc. In Brasile il Covid ha contagiato Lucas Augusto Pires, un neurochirurgo di soli 32 anni che non è riuscito a farcela. La sua vita è stata spezzata dal Covid. Non aveva malattie o patologie pregresse, ma giungendo in terapia intensiva per le sue condizioni, è morto poco dopo. 

Sicuramente i brasiliani e gli abitanti di quella zona del mondo conoscono già la sua storia perché poco prima di morire, nel mese di luglio, ha scritto una lettera che è diventata virale e mostra tutto il suo amore per la professione. La sua storia ha commosso il Brasile e lo stesso succederà anche in Italia e nel resto del mondo.

La sua lettera è un inno all’amore, all’affetto dal momento che non si è mai pentito di prodigarsi per gli altri, nonostante i rischi a cui andava incontro. Infatti, nella sua lettera scrive: “Sto andando in terapia intensiva a causa del peggioramento delle mie condizioni a causa del Covid-19. Mi sono contagiato facendo ciò che amo, prendendomi cura dei miei pazienti con amore e dedizione. E lo rifarei”

Il neurochirurgo lascia due figli di soli due mesi. Avrebbe dovuto trasferirsi negli Stati Uniti insieme a tutta la sua famiglia, ma il desiderio di aiutare il suo popolo, la sua terra, è stato più forte di qualsiasi cosa. Durante il mese di maggio ha cominciato a curare gli abitanti di un villaggio dove si pensa possa essersi contagiato. 

Venendo a conoscenza delle condizioni del suo paziente, ha fatto il test, ma ha dato esito negativo per poi avvertire, a distanza di alcuni giorni, i primi sintomi del virus. La sorella ha spiegato che non credevano avrebbe avuto complicazioni, considerando che stava bene e non aveva malattie pregresse, anche se leggermente sovrappeso. A luglio è stato ricoverato per poi giungere una settimana dopo in terapia intensiva e prima di essere intubato, ha scritto la lettera che ha commosso tutti. 

Il neurochirurgo è morto l’8 agosto 2021. I familiari affermano che quella lettera è stato il suo addio per tutti loro e sperano che la sua morte possa insegnare qualcosa a molti. Lanciano poi u appello a stare a casa e proteggersi.

Continua a leggere su Fidelity News