Man mano che procedono le operazioni di soccorso in Nepal, si sta aggravando sempre di più il bilancio delle vittime del terremoto che ha fatto tremare tutto il Paese lo scorso 25 Aprile. Il governo di Kathmandu sta infatti aggiornando continuamente le stime giorno per giorno, man mano che i soccorritori si apprestano a raggiungere le zone più periferiche del Nepal, arrivando a quei villaggi poco congestionati che sorgono nelle zone più periferiche della nazione.
I vertici politici nepalesi avevano infatti già preannunciato nei giorni scorsi che, con l’espansione “a macchia d’olio” delle zone raggiunte dai soccorsi, il bilancio delle vittime sarebbe continuato a salire. Ad oggi il conteggio è arrivato a 7.557 morti stando a quanto riporta il Corriere.it, citando fonti interne al Governo del Paese; a questi vanno poi ad aggiungersi i 14.536 feriti accertati.
Numeri ancora provvisori purtroppo, perché a poco più di una decina di giorni di distanza dalla catastrofe, molti corpi risultano essere ancora seppelliti sotto le macerie. Tuttavia Laxmi Prasad Dhakal, portavoce del Ministero dell’Interno, ha pubblicamente annunciato quest’oggi che il peggio sembra passato: “La situazione si sta normalizzando, perché sono state raggiunte le aree più colpite”. Stando alle stime attuali, il distretto colpito in maniera più dura dal sisma è stato quello di Sindhupalchowk, con 2.911 morti; il terremoto ha distrutto in tutto 191.058 case in tutto il Nepal, radendo al suolo anche 10.718 edifici pubblici.
Non sono ancora stati rintracciati, nel frattempo, gli italiani Marco Pojer e Renzo Benedetti, mentre lunedì sera (ieri, ndr) sono arrivate in Italia le salme dei connazionali Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli. In concomitanza con il loro arrivo, ha fatto il tragitto opposto una task force composta da membri della Protezione Civile e dell’Unità di Crisi della Farnesina, che avrà il compito di seguire le attività di ricerca per il ritrovamento dei corpi di Pojer e Benedetti.