A sei giorni dal devastante terremoto che ha colpito il Nepal, la vita ha trionfato sulla morte nella vicenda di un adolescente che è stato estratto vivo dalle macerie dopo aver trascorso giorni interi sommerso dai resti del palazzo residenziale a più piani in uno dei quartieri più colpiti di Kathmandu.
La folla è esplosa in esclamazioni di gioia quando il quindicenne, il cui nome è Pemba Tamang, è stato portato via in barella, mentre indossava una maglietta con la scritta “New York” ed un collare blu, coperto dalla polvere e dai detriti e con una espressione sbigottita, quella di chi non riesce a credere di essere ancora vivo.
L’ispettore Lakshman Basnet della Polizia Nepalese, uno dei soccorritori del giovane, ha affermato che Tamang rispondeva agli stimoli, e non mostrava apparenti segni di ferite. Al quindicenne è stata immediatamente somministrata una flebo, ed è stato poi trasportato nell’area di Gongapur, dove è stato allestito un ospedale di emergenza temporaneo gestito da un team di aiuti israeliano.
Il team di soccorritori ha lavorato per cinque ore per trovare Tamang, dopo aver sentito la sua voce arrivare da sotto i detriti del palazzo a nove piani nel quale si trovava quando il terremoto ha colpito la zona.
Tamang è riuscito ad evitare la morte grazie ad una motocicletta, che gli ha fatto da scudo contro la pressione del cemento e dell’acciaio. La prima cosa che il quindicenne ha chiesto, quando ancora era sommerso dai detriti, è stata un po’ d’acqua, che gli è stata immediatamente portata, mentre i soccorritori lavoravano ancora per liberarlo.
Anche un team americano di soccorritori ha partecipato al salvataggio del ragazzo. Il team si trovava nei paraggi un una stazione bus danneggiata, quando hanno sentito dire che qualcuno era ancora vivo sotto le macerie. Gli uomini si sono precipitati nella zona insieme ai cani di ricerca ed all’equipaggiamento, comporto da sofisticati dispositivi come videocamere che possono riprendere sotto le macerie.
I soccorritori hanno affrontato un grande rischio, dato che enormi detriti continuavano a crollare dalle rovine del palazzo intorno a loro, mentre cercavano di salvare il giovane. “E’ pericoloso, ma è quello che facciamo“, ha detto un soccorritore. “E’ il rischio contro il guadagno. Per salvare una vita umana, rischieremmo quasi tutto.”