Un neosposo in Arabia Saudita dopo ben venti giorni di matrimonio – di cui quindici di luna di miele – ha riportato la moglie dai suoi dicendo che non sapeva cucinare.
Un motivo futile che però in una società patriarcale come quella araba non è sicuramente da sottovalutare. Ancora una volta un gesto che discrimina il ruolo della donna nella società araba, dove primeggia in modo esclusivo la figura maschile; relazioni quelle tra uomini e donne, che in massima parte traggono la loro origine dalle rigide leggi coraniche, dove il ruolo della donna è sempre subordinato.
Si tratta di una storia che non può che lasciarci senza parole, perchè ancora una volta una donna è stata offesa, ma a questo si aggiunge anche una riflessione su quello che è il senso della famiglia per quell’uomo e per quella popolazione.
Matrimoni quelli spesso – se non quasi sempre – organizzati dalle rispettive famiglie, e dove i futuri coniugi neanche si conoscono; spesso organizzati per mantenere degli status sociali o per motivi economici, a causa dei quali i genitori “vendono” a uomini più anziani e danarosi le proprie figlie “bambine”.
Situazioni che sono da tempo ormai rese note dalla cronaca internazionale e che sono aspramente condannate dalla società civile, ma purtroppo ancora drammaticamente presenti. Così come purtroppo è fin troppo frequentemente presente l’abitudine e la possibilità per gli uomini arabi di ripudiare le proprie mogli per le cose più banali, futili ed impensate come appunto quella del cibo.