Una donna di Cincinnati è stata incriminata con l’accusa di omicidio colposo e di messa in pericolo di minori, dopo che il suo neonato è morto a causa del co-sleeping, il suo secondo figlio a morire a causa della controversa pratica. Il co-sleeping consiste nel dormire nel letto o su un divano o poltrona a stretto contatto fisico con i propri figli, ed è solitamente una pratica sconsigliata per i neonati per i gravi rischi che comporta. Durante il sonno, un adulto rischia infatti di schiacciare o soffocare inavvertitamente un neonato.
Il figlio di Brook Hunter è morto lo scorso 22 giugno a sole sei settimane di vita, come confermato dall’ufficio del procuratore della contea di Hamilton in Ohio. La Hunter dormiva insieme al bambino, la pratica definita appunto co-sleeping. Un anno prima, il primo figlio della donna è morto, sempre a causa del co-sleeping, ha affermato il procuratore aggiunto Amy Clausing.
L’ufficio del pubblico ministero ha affermato che la donna era stata avvisata che dormire insieme ai bambini è pericoloso dopo la morte del suo primo figlio. La morte del suo secondo bambino a giugno è stata quindi considerata un omicidio, perché Hunter aveva già ricevuto quell’avvertimento.
Un mandato di arresto per la Hunter è stato emesso mercoledì e rimane attivo, mentre la polizia si è messa alla sua ricerca. Una foto segnaletica della donna da un precedente arresto è stata messa a disposizione dei media, affinché il pubblico possa aiutare gli agenti a rintracciarla.
I pediatri consigliano ai genitori di non condividere il letto con il bambino in nessuna circostanza. “Se porti il tuo bambino nel tuo letto per dargli da mangiare o confortarlo, mettilo nel suo spazio per dormire quando sei pronto ad addormentarti“, scrivono nel sito dell’associazione nazionale pediatri in America. Il rischio di morte infantile correlata al co-sleeping è “da 5 a 10 volte superiore quando il bambino ha meno di 4 mesi“.