Negata la libertà vigilata all’assassino di John Lennon: Mark David Chapman resterà ancora in carcere

A 42 anni dall'omicidio di John Lennon, il suo assassino Mark David Chapman si è visto nuovamente negare la richiesta di libertà vigilata. "Sapevo cosa stavo facendo e sapevo che era malvagio, ma volevo la fama, niente mi avrebbe fermato", ha affermato.

Negata la libertà vigilata all’assassino di John Lennon: Mark David Chapman resterà ancora in carcere

Sono passati quasi 42 anni dalla sera del fatale 8 dicembre del 1980, quando John Lennon fu ucciso da un colpo di pistola davanti al suo condominio di New York, mentre insieme alla moglie Yoko Ono faceva rientro al loro appartamento nell’Upper West Side . A premere il grilletto Mark David Chapman, che poche ore prima aveva incontrato il cantante, che era in compagnia del figlio, e si era fatto fare un autografo su una copia del suo ultimo album “Double Fantasy”.

È emersa ora la notizia che, poco più di un mese fa, Chapman si è visto nuovamente negare la richiesta di libertà vigilata. L’assassino ha affermato davanti ad una commissione per la libertà vigilata che sapeva che era sbagliato uccidere l’amato ex membro dei Beatles, ma che stava cercando la fama e aveva “la malvagità nel mio cuore“. Si tratta della dodicesima volta che la sua richiesta viene rifiutata.

La commissione gli ha negato la libertà condizionale citando il suo “egoistico disprezzo per la vita umana di conseguenze globali” e dichiarando che il mondo ha dovuto riprendersi dal “vuoto che ha creato“. Chapman, in una trascrizione rilasciata lunedì da funzionari statali, ha affermato che la decisione di uccidere Lennon rappresentava per lui “la mia grande risposta a tutto. Non sarei più un nessuno“.

Non incolperò niente o nessun altro per avermi portato lì“, ha detto Chapman al consiglio. “Sapevo cosa stavo facendo e sapevo che era malvagio, sapevo che era sbagliato, ma volevo così tanto la fama che ero disposto a dare tutto e prendere una vita umana. Volevo essere qualcuno, e niente mi avrebbe fermato“.

Il 67enne sta scontando una condanna da 20 anni all’ergastolo presso la prigione Green Haven Correctional Facility nella Hudson Valley di New York. Ha ripetutamente espresso rimorso durante le sue udienze sulla libertà vigilata nel corso degli anni. “Ho fatto del male a molte persone dappertutto e se qualcuno vuole odiarmi, va bene, lo capisco“, ha detto all’udienza del 31 agosto.

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