Nasce la moneta da 40 centesimi, coniata dal World Food Programme per la campagna "ShareTheMeal"

La moneta da 40 centesimi creata dal World Food Programme per la campagna "ShareTheMeal" vale zero, ma in realtà può fare molto più di quanto si pensi, ad esempio sfamare un bambino che non ha cibo.

Nasce la moneta da 40 centesimi, coniata dal World Food Programme per la campagna "ShareTheMeal"

Sembra assurdo, ma invece pare che sia proprio così: sfamare un bambino che non ha cibo costa 40 centesimi al giorno e con la nuova moneta ideata dal World Food Programme dell’Onu sarà ancora più facile raggiungere questo obiettivo.

L’aspetto della nuova moneta di 40 centesimi è molto simile a quelle da 10, 20 o 50, ma a differenza di queste ha un valore particolare: in pratica, spiega le continue contraddizioni che ci sono nel mondo, di come la ricchezza possa essere concentrata in determinati luoghi mentre in molti altri ancora si muore di fame.

Il fondo delle Nazioni Unite che ha lanciato la campagna ha voluto simboleggiare, con la creazione di questa moneta che non esiste per davvero, come, anche se appare insignificante, in realtà possa fare molto: con una moneta di 40 centesimi si può dare da mangiare ad un bambino affamato al giorno ed evitare che nel mondo ci sia questa ingiustizia.

Lo slogan usato dal fondo delle Nazioni Unite è “Ogni persona con uno smartphone può cambiare la vita a un bambino” e può farlo senza rinunciare a tanto, ma solo a qualcosa che è veramente insignificante e senza valore, appunto come una moneta da 40 centesimi.

Pensare che con un cifra così irrilevante si possa dare da mangiare ogni giorno ad un bambino è incredibile, ma lo scopo della campagna è stato proprio quello di far riflettere. Gli organizzatori che hanno fatto questa domanda ai passanti nel centro di Milano hanno ricevuto una risposta unanime: chi ha detto caramelle, chi ha risposto baguette, ma tutti concordi nel dire che con 40 centesimi non ci fai nulla.

L’esperimento sociale, ripetuto in altre città, si spera possa spingere a fare le donazioni e a innescare un meccanismo virtuoso che porti ad una maggiore consapevolezza di poter fare realmente qualcosa per chi ha bisogno.

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