La sonda spaziale Messenger ha concluso la sua missione, ed è precipitata su Mercurio, come pianificato dagli stessi scienziati al momento del lancio. Messenger è caduta sul pianeta più interno del sistema solare alla velocità di circa 14.000 chilometri all’ora, creando un profondo cratere del diametro di circa 15 metri. La navicella spaziale era impegnata in una missione su Mercurio da oramai quattro anni, sebbene il lancio fosse stato effettuato quasi 11 anni fa (3 Agosto 2004), ed è stata il primo velivolo ad orbitare attorno a Mercurio nella storia dell’ingegneria aerospaziale.
I dati forniti da Messenger sono stati preziosissimi per gli scienziati: tra questi figurano centinaia di migliaia di immagini del pianeta, un vero e proprio deserto di fuoco e lava (non a caso si tratta del più vicino al Sole tra gli otto pianeti componenti il sistema solare) la cui temperatura media si aggira sui 4.278 gradi di giorno, scendendo poi a toccare picchi di -180° durante le ore notturne. La navicella aveva affrontato un viaggio lungo ben 7 anni per riuscire a raggiungere la propria meta, ed ora potrà finalmente godersi la meritata pensione, essendosi creata la propria nicchia in una zona già ricca di crateri.
Unica pecca: non è stato possibile ottenere immagini dello schianto di Messenger, poiché la sonda spaziale è precipitata sul versante di Mercurio opposto rispetto alla Terra, pertanto nessun telescopio ha potuto testimoniare l’evento. Solo un’inezia tuttavia, poiché la missione in sé è stata un vero successo, come ha spiegato John Grunsfeld, del direttorato delle missioni NASA: “Ora comincia una nuova fase della missione: l’analisi dei dati negli archivi che contribuiranno a svelare i misteri di Mercurio”.
Si tratta tuttavia solo dell’inizio di una lunga serie di missioni che serviranno a studiare meglio il pianeta più vicino al sole tra gli otto, conosciuto sin dai tempi dei Sumeri: la prossima navicella a raggiungere Mercurio sarà infatti la navetta BepiColombo, guidata dall’European Space Agency, che si stima dovrebbe raggiungere la propria meta nel 2020.