Elon Musk ha ufficialmente annunciato la fine del suo incarico come responsabile del DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza del Governo degli Stati Uniti, chiudendo così una collaborazione che fin dall’inizio si è dimostrata controversa e segnata da risultati altalenanti. Creato appositamente dal presidente Donald Trump per affidare a Musk un ruolo di riforma manageriale e taglio degli sprechi nella burocrazia federale, questo incarico aveva suscitato aspettative importanti, ma il bilancio finale si rivela piuttosto modesto e costellato da tensioni.
Il DOGE nasceva con l’intento di ridurre drasticamente la spesa pubblica attraverso una visione imprenditoriale aggressiva, capace di innovare e snellire la complessa macchina amministrativa americana. Tuttavia, tra le difficoltà legali e la forte resistenza interna, il dipartimento ha prodotto pochi risultati concreti, a parte la chiusura dell’agenzia USAID, che si occupava di cooperazione internazionale.
Numerosi provvedimenti di riforma proposti dai collaboratori di Musk sono stati bloccati dai tribunali, e alcune delle iniziative più controverse, come licenziamenti unilaterali e metodi poco ortodossi di riorganizzazione, hanno alimentato un clima di confusione e malcontento.
La fine dell’incarico è stata formalizzata il 30 maggio, rispettando il limite di 130 giorni di lavoro annuale previsto per la figura dell’“impiegato speciale del governo”, uno status che consente a Musk di non disinvestire dalle sue attività private e di mantenere un certo margine di autonomia finanziaria.
Tuttavia, negli ultimi tempi Musk aveva già ridotto significativamente la sua presenza, segno evidente di una convivenza difficile con altri membri dell’amministrazione e di una frattura crescente con la linea politica del governo Trump. Una delle motivazioni più evidenti del suo allontanamento è legata anche alla situazione delle sue aziende, in particolare Tesla e SpaceX, che hanno subito un impatto negativo in termini di reputazione durante la sua esperienza governativa.
Il ritorno a un impegno a tempo pieno nelle sue imprese è stato accolto positivamente dai mercati, con un immediato rialzo delle azioni Tesla. Non sono mancate critiche dirette da parte di Musk verso l’amministrazione Trump, in particolare rispetto alla recente legge di bilancio federale. Definita “una legge grande o bella, ma non entrambe”, Musk ha sottolineato come questo maxi piano di spesa rischi di aumentare il deficit anziché contenerlo, contraddicendo gli obiettivi di efficienza e taglio degli sprechi che avevano ispirato la creazione del DOGE.