Infuria la guerriglia lungo la Striscia di Gaza, uno dei punti più caldi del Medio Oriente, nonché già teatro di continui massacri ai danni dei civili; sebbene in questo caso la carneficina sia stata evitata. Nella serata di ieri erano stati lanciati tre missili diretti contro le regioni a Sud di Israele, in risposta all’occupazione della Palestina messa in atto dal governo di Tel-Aviv; un attacco caduto nel vuoto, poiché non sono state registrate vittime. Così questa mattina Israele ha deciso di replicare, lanciando tre missili diretti verso la Striscia di Gaza, sebbene anche in questo caso non siano stati segnalati decessi.
Fonti di Hamas hanno riferito che le armi israeliane sono andate a segno in corrispondenza dei campi di addestramento situati nella parte centrale della Striscia di Gaza ed a Khan Yunis, mentre il governo israeliano ha reso noto che i missili hanno centrato “infrastrutture terroristiche”. Le tre esplosioni risultano essere riconducibili ad una serie di raid portati nel corso delle prime ore di giovedì 4 Giugno dalle forze armate israeliane nell’area della Striscia.
I testimoni citati da Agi.com hanno riferito che siano avvenuti almeno tre raid distinti, e che oltre ai due campi di addestramento siano stati danneggiati anche diversi altri edifici. Si tratta del secondo botta e risposta tra Palestina ed Israele nell’ultima settimana. Il lancio di missili verso le regioni israeliane è stato rivendicato dai salafiti delle Brigate Omar via Twitter, desiderosi di vendicarsi per l’uccisione di un membro dello Stato Islamico avvenuta lo scorso martedì nel corso di una sparatoria.
Gli stessi terroristi responsabili dell’attacco sono stati in seguito arrestati da Hamas, secondo quanto comunicato dall’organizzazione paramilitare palestinese, che avrebbe inoltre dispiegato le proprie forze nel tentativo di impedire altri lanci di missili da parte di altri gruppi di ribelli, in quanto queste azioni “non sono nell’interesse dei palestinesi”.