Mille gilet gialli anche a Stoccolma. L’inizio della Rivoluzione dei popoli europei?

Dopo Parigi e Bruxelles la protesta arriva anche in Svezia. A Stoccolma 1000 persone in piazza a protestare.

Mille gilet gialli anche a Stoccolma. L’inizio della Rivoluzione dei popoli europei?

Da qualche settimana non si fa altro che parlare dei “gilet gialli”. Les “gilets jauns” sono un movimento nato in Francia per protestare contro il Governo Macron. Le persone che indossano, appunto, uno di quei giubbini gialli utili soprattutto agli automobilisti che di notte vogliono essere visibili hanno preso il controllo della Francia.

A Parigi negli scorsi tre weekend si sono registrate proteste sfociate molto spesso in violenze di ogni tipo, sia da parte dei manifestanti che delle forze dell’ordine.

Quel che è certo è che, per quanto in Italia di proteste serie nessuno ne abbia viste, anche nel resto d’Europa i “gilet gialli” stanno protestando contro gli attuali governi. C’è malcontento nell’aria, inutile negarlo. Molti degli attuali governatori non sono ben visti. In generale il popolo si sta ribellando contro i suoi padroni.

Dopo la Francia è stato il turno di un paese confinante: in Belgio les gilets jaunes sono arrivati a pochi passi dal Parlamento Europeo, da molti considerato proprio come il centro dell’élite che domina i popoli europei. Momenti di tensione, non paragonabili a quelli francesi, si sono registrati anche in Olanda e in Germania.

L’ultimo paese, in ordine cronologico, ad indossare i gilet gialli e protestare contro le élite è la Svezia. Nella giornata di ieri anche a Stoccolma circa 1000 persone, con indosso il solito indumento giallo, si sono riunite in una delle piazze centrali con le bandiere nazionali per protestare, come vedete nel video.

È un movimento pacifico e per nulla paragonabile alle giornate di fuoco (nel vero senso della parola) vissute in moltissime città francesi. Ma resta il fatto che il messaggio sta circolando in maniera sempre più insistente: il popolo è la maggioranza, l’élite è l’1%.

Come si dice? Uniti siamo tutto, divisi siamo niente. È presto per parlare di ritorno alla rivoluzione, ma ricordiamoci che la storia è ciclica. Ogni episodio, prima o poi, in forme leggermente diverse ma sostanzialmente uguali, si ripete. È il turno della rivolta del popolo contro i padroni? Staremo a vedere.

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