Mikhail Gorbaciov, importantissima figura politica noto per essere stato l’ultimo leader dell’Unione Sovietica, è morto all’età di 92 anni, secondo quanto diramato dalle agenzia di stampa russa che citano fonti dell’ospedale clinico centrale di Mosca. “Questa notte, dopo una lunga e grave malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto“, legge il comunicato.
Gorbaciov, disprezzato da Vladimir Putin e dai nazionalisti russi per aver posto fine alla Guerra Fredda e non essere riuscito a prevenire il crollo della USSR, soffriva di problemi renali a lungo termine ed era in dialisi. Durante la pandemia, sarebbe stato confinato in una clinica per proteggere la sua salute, anche se i media russi al momento non hanno specificato quale fosse la malattia che affliggeva l’ex leader del paese.
Michail Sergeevic Gorbachev, questo il suo nome completo originale, verrà seppellito al fianco della moglie Raisa Titarenko nel cimitero di Novodevichy a Mosca, come da sue disposizioni. “Mi vedo come un uomo che ha avviato le riforme necessarie per il paese, per l’Europa e per il mondo“, disse in una intervista nel 1992. “Mi viene spesso chiesto, se potessi ricominciare tutto da capo, lo rifarei? Si, certamente. E con più tenacia e determinazione“.
Nato il 2 marzo 1931 da una famiglia di agricoltori, si iscrisse al Partito Comunista dell’Unione Sovietica durante gli studi universitari, iniziando al ritorno nella città natale la sua carriera nella politica, che lo portò a Mosca nel 1979. L’11 marzo 1985, dopo la morte di Konstantin Černenko, Gorbaciov venne eletto a 54 anni Segretario Generale del PCUS.
Gorbaciov fu l’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991, un breve periodo nel corso del quale fu propugnatore delle riforme della Perestroika e Glasnost (ristrutturazione e trasparenza), e divenne una figura chiave negli eventi che portarono alla dissoluzione dell’URSS, la riunificazione della Germania, il ritito delle truppe dall’Afghanistan e la rappacificazione con la Cina. Per il suo contributo alla fine della Guerra Fredda, nel 1989 ottenne la Medaglia Otto Hahn per la Pace, mentre l’anno successivo fu insignito del Nobel per la Pace.