Messico: le nuove rivelazioni sui 43 studenti scomparsi

Il Gruppo di Esperti Indipendenti, arrivato In Messico per indagare sulla scomparsa di 43 studenti nello stato di Guerrero, ha presentato il suo ultimo rapporto sull'intricato caso, mettendo in crisi la versione ufficiale della Procura Generale.

Messico: le nuove rivelazioni sui 43 studenti scomparsi

L’ultimo rapporto del Gruppo di Esperti Indipendenti della Commissione Interamericana per i Diritti Umani (GIEI) lascia pesanti e gravi interrogativi sulla scomparsa dei 43 studenti, avvenuta tra il 26 e il 27 settembre del 2014 nella città messicana di Iguala, e sull’indagine svolta dalla Procura (PGR). Ben lontano da risolvere l’intricato scandalo, il rapporto rivela una presunta mancanza di volontà delle autorità del paese di chiarire i fatti, al punto di mettere in discussione la versione ufficiale del “caso Ayotzinapa”.

Quella che l’ex Procuratore Generale definì “una verità storica” dei fatti è, secondo gli esperti della Commissione, un susseguirsi di interrogativi, menzogne e mezze verità. Il Governo di Enrique Peña Nieto ha negato agli esperti la possibilità di prolungare le loro indagini, motivo per il quale dovranno lasciare il paese entro il 30 aprile prossimo. Ma prima di andar via il GIEI ha presentato il suo ultimo rapporto; ecco alcune delle principali rivelazioni:

Le immagini del satellite mostrano che non vi è stato nessun incendio nella discarica

Il GIEI nega categoricamente che gli studenti scomparsi abbiano trovato la morte nell’incendio scoppiato nella discarica di Cocula, un paese vicino a Iguala, così come sostenuto dalla Procura. “Fino a questo momento nessuno dei resti rinvenuti nella discarica ha dato un solo risultato positivo nell’identificazione dei 43 studenti”, si legge nel rapporto. Nel suo primo studio, il GIEI aveva argomentato che sono necessari diversi giorni e tonnellate di materiale per riuscire ad incenerire 43 corpi; del l’area circostante la discarica non mostrava i danni che un incendio di quelle proporzioni avrebbe provocato.

Gli esperti, inoltre, hanno prodotto un rapporto del Centro di Scienze dell’Atmosfera che indica che “i satelliti mostrano un solo incendio nello stato di Guerrero il 27 settembre del 2014, che non corrisponde alle coordinate di Cocula”. Insomma, nella notte in cui gli studenti sarebbero stati cremati, è stato registrato un incendio ma non nella località di Cocula.

Uno degli studenti ha scritto alla madre nel momento stesso nel quale presumibilmente veniva incenerito

Uno degli studenti scomparsi ha scritto alla madre un messaggio col suo cellulare proprio mentre, secondo la versione della polizia, sarebbe dovuto essere in corso l’incendio e la cremazione dei corpi. La Procura aveva affermato che i telefoni delle vittime erano andati distrutti nell’incendio, ma il fatto che “diversi telefoni e chips risultassero ancora attivi dopo la presunta mattanza, mette in crisi la teoria della Procura Generale della Repubblica”, sostengono gli esperti.

I segnali provenienti dai cellulari ore e giorni dopo il 27 settembre sono stati localizzati in diversi punti di Iguala quando ufficialmente gli studenti dovevano essere morti e cremati. La spiegazione data dalla Procura è che, trattandosi di schede telefoniche prepagate, dopo un certo periodo di inattività il numero viene assegnato ad altre persone e pertanto la scheda risulta ancora attiva.

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