Messico, 7 dipendenti del carcere arrestati per la fuga di "El Chapo"

I complici del "re dei narcos" arrestati sono stati trasferiti in un carcere dello stato di Guanajuato. Le indagini per scoprire eventuali altri corrotti continuano, e il governo messicano offre 60 milioni di pesos per riuscire a catturare di nuovo Guzman

Messico, 7 dipendenti del carcere arrestati per la fuga di "El Chapo"

Sono sette i dipendenti del carcere di massima sicurezza di Altiplano arrestati con l’accusa di aver aiutato nella sua fuga il capo del cartello di Sinaloa, Joaquin Guzman. Il leader del narcotraffico, detto “El Chapo“, era evaso dalla prigione il 12 luglio scorso, utilizzando un tunnel scavato sotto la doccia della sua cella. Già il giorno dell’evasione di “El Chapo”, il ministro dell’Interno messicano Miguel Angel Osorio Chong aveva fatto capire che le indagini avrebbero riguardato anche i dipendenti del carcere, probabilmente coinvolti in prima persona nella vicenda.

È bastato qualche giorno, infatti, per avere nomi dei primi sette complici del “re dei narcos”, e le indagini continuano per scoprire se ad aiutare “El Chapo” nella sua seconda evasione – la prima fu quella dalla prigione di Guadalajara, nel 1993, da cui scappò corrompendo alcune guardie che lo lasciarono uscire nascosto tra la biancheria sporca – siano stati coinvolti altri dipendenti del carcere. Intanto i sette corrotti arrestati fin’ora sono stati trasferiti in un carcere dello stato di Guanajuato.

Era stato sempre il ministro dell’Interno messicano a rendere noto il fatto che, la notte dell’evasione, le guardie carcerarie di turno avevano impiegato ben 18 minuti per raggiungere la cella di “El Chapo” una volta resisi conto che il detenuto era scomparso dal monitor, attivo 24 ore su 24. Arrivati alla cella avrebbero trovato il tunnel scavato da Guzman che, partendo da sotto la sua doccia, si sviluppava sotto terra per circa un chilometro e mezzo, fino a sbucare in un edificio abbandonato.

Il governo messicano, messo in imbarazzo per la seconda volta in vent’anni dal leader del narcotraffico, ha ora messo una taglia di 60 milioni di pesos (circa 3,4 milioni di euro) per chiunque sia in grado di offrire informazioni che permettano di catturare nuovamente “El Chapo”, probabilmente nella speranza di riaquistare almeno un po’ della credibilità dell’impegno del governo messicano nella lotta ai narcos persa a causa di questi ultimi fatti avvenuti.

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