Keith Thomas, un 45enne tetraplegico, ha riacquistato parzialmente l’uso delle mani e dei polsi grazie a un impianto cerebrale sviluppato da un team di ricerca presso il Feinstein Institutes for Medical Research del Northwell Health di New York. Questo innovativo microchip impiantato nel cervello ha creato un ponte elettronico tra il cervello di Thomas e il midollo spinale lesionato, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per tradurre i suoi pensieri in azioni.
La terapia guidata dal pensiero rappresenta un punto di svolta nella ricerca sul recupero dei movimenti e delle sensazioni nei pazienti paralizzati. Keith Thomas è il primo a beneficiare di questa tecnologia, aprendo la strada a una nuova speranza per coloro che vivono con la paralisi.
Nel luglio 2020, la vita di Keith Thomas è stata sconvolta da un sinistro subacqueo che gli ha causato gravi danni alle vertebre C4 e C5 della colonna vertebrale. Come conseguenza di queste lesioni, Keith è diventato tetraplegico, perdendo la capacità di muovere braccia, mani, busto e gambe, e la sensibilità dal petto in giù.
Dopo mesi di isolamento in ospedale, Thomas ha trovato nuova speranza partecipando a una sperimentazione clinica guidata dal professor Chad Bouton al Feinstein Institutes for Medical Research del Northwell Health.
Il team di ricerca guidato dal professor Chad Bouton ha sviluppato un impianto cerebrale rivoluzionario che collega elettronicamente il cervello di Keith Thomas al suo midollo spinale lesionato. L’impianto utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per tradurre i pensieri di Thomas in azioni, consentendo di stimolare i muscoli e fornire feedback sensoriale per aiutare a ricostruire le connessioni neuronali danneggiate.
Questa terapia guidata dal pensiero rappresenta una svolta nel campo della medicina bioelettronica e offre un potenziale rivoluzionario per i pazienti paralizzati.
Grazie all’innovativo impianto cerebrale, Keith Thomas ha sperimentato il recupero parziale dell’uso delle mani e dei polsi. La tecnologia ha permesso di individuare le aree responsabili dei movimenti delle mani e della sensibilità del tatto nella sua mano, consentendo ai chirurghi del Northwell Lenox Hill Hospital di impiantare cinque chip cerebrali nel suo cervello durante un intervento durato 15 ore.
Durante l’operazione, il paziente era sveglio e forniva feedback in tempo reale ai medici, rendendo possibile il posizionamento preciso degli impianti cerebrali.
Il professore Chad Bouton e il suo team sperano che questa terapia guidata dal pensiero possa diventare una soluzione a lungo termine per offrire ai pazienti paralizzati la possibilità di una vita più indipendente e gratificante. I risultati della sperimentazione clinica sono stati pubblicati su Brain Stimulation, rafforzando l’importanza di questa scoperta per il futuro della medicina bioelettronica.