Mascherine e respiratori destinati all’Italia sequestrati da altri paesi

Mentre in Italia si affronta l'Emergenza Coronavirus con mezzi scarsi, grandi quantità di mascherine e respiratori destinati all'Italia, comprati o donati, vengono sequestrati in più paesi del mondo.

Mascherine e respiratori destinati all’Italia sequestrati da altri paesi

L’Italia è il paese con il più alto tasso di mortalità da Covid 19. Gli ospedali non riescono a far fronte all’emergenza sanitaria a causa della mancanza di personale e strumenti. Mancano le mascherine, essenziali per evitare i contagi, mancano i respiratori fondamentali per salvare vite umane. I vari enti territoriali hanno cercato di provvedere ordinandoli all’estero, non essendo la produzione nazionale sufficiente, e la Cina, dimostrando solidarietà, ha inviato carichi di presidi sanitari. Ma non tutte le forniture stanno arrivando a destinazione. Continuano infatti i casi di materiale sanitario destinato all’Italia fermato alle dogane e sequestrato da diversi paesi.

La denuncia della Protezione Civile 

Già il 14 marzo scorso il capo della Protezione civile Angelo Borrelli aveva denunciato durante la conferenza che: “Oltre 19 milioni di mascherine acquistate all’estero dall’Italia, per far fronte all’emergenza coronavirus, sono state requisite da altri Paesi per destinarle al loro mercato”. Le motivazioni per i vari sequestri erano i divieti nazionali di vendita ad altri Paesi.

Sotto accusa in particolare la Germania, tra le prime a mettere in atto questa pratica. A dicembre la società italiana Dispotech srl, associata Api, aveva ordinato ben 830 mila mascherine chirurgiche in Cina. Il produttore aveva rispettato i tempi, ma la merce arrivata in Germania era stata sequestrata. Ai primi di marzo infatti il ministero dell’Economia tedesco aveva emanato il divieto d’esportazione di una serie di dispositivi medici essenziali nell’emergenza da Covid-19. La situazione si è risolta: è notizia di queste ore che il materiale è giunto a destinazione.

Sempre ai primi di marzo la Germania è stata al centro delle polemiche per un altro fatto. Una società USA, la 3M, aveva infatti avvisato le aziende sanitarie italiane che avrebbe dovuto limitare la fornitura di attrezzatura medica all’Italia a causa di restrizioni volute dal governo tedesco. In seguito all’intervento dell’UE, il transito da Germania e Francia è stato sbloccato. I sequestrati di materiale sanitario per l’Italia però non si sono fermati, nemmeno in Europa.

Mascherine già pagate da italiani e bloccate all’estero: i casi

Polonia. Il sequestrato più recente è avvenuto in Polonia, dove ben 23.720 mascherine FFP2 acquistate dalla Regione Lazio sono state bloccate alla frontiera. L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha fatto sapere che sono state allertate le autorità diplomatiche che si sono messe subito al lavoro.

Repubblica Ceca. A Praga sono stati bloccate 680 mila mascherine e 28 mila respiratori. Di questi 101.600 mascherine e respiratori donati dalla Croce Rossa cinese alla Croce Rossa italiana. Ufficialmente il sequestrato è stato giustificato dal fatto che “all’inizio che si trattava di mascherine e respiratori confiscati, parlando di materiale rubato a imprese ceche da criminali senza scrupoli che volevano venderle a costo maggiorato sul mercato internazionale”. In realtà si trattava di materiale destinato all’Italia, in parte donate dalla Cina. Il ministro degli Interni Hamacek si è scusato dicendo che “Roma sarà risarcita e non perderà nulla“.

Turchia. All’aeroporto di Ankara 200.000 mascherine Ffp2 ed Ffp3 ordinate e pagate dall’Italia e destinate agli ospedali di Emilia Romagna e Marche sono bloccate in attesa dell’autorizzazione all’esportazione da parte del ministero della Sanità. Il blocco si protrae dal 5 marzo e, nonostante gli sforzi della diplomazia italiane e la telefonata del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Erdogan, non si è giunti a un accordo.

L’approvvigionamento di mascherine è diventato essenziale in tutto il mondo e anche altri paesi in cui l’Italia ha ordinato e pagato i dispositivi medici hanno bloccato l’esportazione come l’India, la Romania, la Russia.

La nostra diplomazia sta lavorando per ottenere quanto dovuto: si tratta infatti di materiale già pagato e ordinato da diverso tempo e si spera che la situazione non si risolva come auspicato dal ministro ceco con dei semplici rimborsi a decessi per contagio già avvenuti

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