Sta destando apprensione la vicenda del bambino di 5 anni caduto in un pozzo in Marocco. Si tratta di Ryan, il quale nella giornata di martedì si trovava in compagnia del padre, quando improvvisamente è caduto in un pozzo profondo diversi metri. I soccorsi sono stati allertati immediatamente e ormai da 60 ore scavano ininterrottamente attorno al pozzo per cercare di salvare il bambino. Il piccolo Ryan è ancora cosciente e vivo, e risponde alle domande.
In queste ore i soccorritori sperano di poter ultimare il tunnel orizzontale dal quale si pensa di raggiungere il bimbo. Sul posto ci sono già pronti i soccorritori con diverse ambulanze. A Ryan è stata anche passata dell’acqua con dello zucchero, questo in modo da tenero il più possibile in vita. Il bimbo è ferito e molto provato dalle tante ore passate sotto al pozzo. Famigliari e amici pregano affinchè il piccolo sia tirato fuori al più presto da quella trappola che potrebbe diventare mortale.
Terreno difficoltoso
Il terreno con cui i soccorritori stanno lavorando non è dei più facili. Si tratta di una superficie di terreno rocciosa, e che a volte causa anche degli smottamenti, circostanza che rende imprevedibie lo scavo. Una telecamera introdotta nel pozzo attorno alle 3:00 del mattino ha consentito di prendere visione delle condizioni del bimbo.
“Tutto è pronto per accogliere il bambino e trattarlo nelle migliori condizioni” – così ha spiegato un portavoce del Governo, Mustapha Baytas. Le speranze di poter tirare fuori il bimbo sono quindi ancora vive. Si spera che il piccolo possa essere tirato già fuori nelle prossime ore. Il pozzo è stretto e profondo.
La vicenda del bimbo caduto in un pozzo in Marocco ha riportato alla mente, soprattutto in Italia, la vicenda di Alfredino Rampi, il bimbo che il 10 giugno 1981 cadde in un pozzo artesiano vicino Vermicino. In quel caso, nonostante gli sforzi dei soccorritori, per Alfredino non ci fu purtroppo nulla da fare.