Mandato di arresto internazionale per l’erede Red Bull: ecco perchè

Worayuth Yoovidhya, nipote del fondatore della famosa società che produce bevande energizzanti, Red Bull, è ricercato dalla polizia thailandese per non aver soccorso un uomo, morto a causa di un incidente.

Mandato di arresto internazionale per l’erede Red Bull: ecco perchè

L’erede della multinazionale Red Bull è ricercato dalla polizia thailandese per aver investito un uomo nel 2012 con la sua Ferrari, e non averlo poi soccorso, lasciandolo morire sul selciato. Dopo cinque anni – tra indagini e processo – è stato possibile emanare un mandato di cattura nei suoi confronti, ma il milionario – poco prima della cattura da parte della Polizia – sembra sia fuggito con il suo jet fuori dal Paese, facendo perdere così le sue tracce. 

I fatti per i quali è stato accusato risalgono al 2012, quando una sera il rampollo della Red Bull si mette al volante della sua scattante Ferrari Testa Rossa, guidandola a velocità elevata. Non è ancora chiaro cosa sia esattamente successo ma, secondo quanto ricostruito dagli investigatori thailandesi, il giovane 32enne avrebbe investito un poliziotto. 

Invece di fermarsi e soccorrere l’uomo, caduto fatalmente sul selciato della strada, il ragazzo ha preferito proseguire e iniziare il suo lungo periodo di silenzio, nascondendosi e sottraendosi alla giustizia locale, tanto da farlo diventare l’emblema dell’impunità di cui gode una certa fascia sociale thailandese. 

Gli investigatori ipotizzano che l’uomo abbia preso il suo aereo privato pochi giorni prima che venisse spiccato nei suoi confronti il mandato di cattura, per fuggire nella vicina Singapore, nazione dove non è possibile per la Thailandia richiedere l’estradizione. 

Le ricerche del milionario latitante, ed erede di una delle famiglie più ricche e potenti al mondo, si concentreranno – quindi – nel Paese vicino, anche se non si esclude il fatto che da lì sia potuto andare in altri Paesi.  

Continua a leggere su Fidelity News