Manda una lettera all’azienda: viene licenziata nel giro di due ore

E' successo ad una donna impiegata della multinazionale Yelp, l'azienda californiana distributrice di app e servizi online, che ha voluto inviare al ceo dell'azienda una lettera descrivendo le sue condizioni di vita. Il risultato è stato il suo licenziamento.

Manda una lettera all’azienda: viene licenziata nel giro di due ore

Sembra che gli insegnamenti ricevuti sul richedere un aumento ai propri datori di lavoro non siano serviti per Talia Jane, ex impiegata della californiana Yelp, l’azienda che possiede l’app ‘Eat24’ e fornisce servizi online legati soprattutto alla ristorazione. La povera ragazza, infatti, ha deciso di inviare al CEO dell’azienda (sarebbe il corrispettivo italiano dell’amministratore delegato n.d.a.) una lettera con la quale denunciava la sua condizione e che con il suo stipendio non riusciva nemmeno a comprare il pane, arrivandolo a definire ‘un bene di lusso‘.

Sembra però che le parole, giunte all’attenzione del CEO Jeremy Stoppelman, non abbioano però sortito l’effetto voluto, infatti nel giro di due ore la donna è stata addirittura licenziata. La paga della ragazza era di 8 dollari e 50 centesimi all’ora e sembra che non siano abbastanza per vivere dignitosamente a San Francisco, dove gli affitti sono carissimi e i prezzi esorbitanti.

Dal mondo del web non sono mancati messaggi di solidarietà per Jane, che lavorava come centralinista. Yelp, però, è un colosso multinazionale che conta più di 3mila dipendenti ed ha fatto già sapere tramite i suoi legali che il licenziamento della donna non ha nulla a che vedere con la letera da lei inviata e che è stata solamente una casualità che siano avenute quasi contemporaneamente.

Nella lettera la donna scriveva che dopo aver pagato l’affitto dell’appartamento lontano 40 miglia dal luogo di lavoro e dopo aver pagato ogni giorni ben 11 dollari tra il viaggio di andata e quello di ritorno, non riusciva più a fare nemmeno la spesa, accusando l’azienda di aver appena speso 300 milioni di dollari per l’acquisto di una nuova app che permette di portare il cibo a casa lasciando però le sue dipendenti senza la possibilità di potersi permettere quel cibo.

Sembra che questo sia l’ennesimo caso che vede impegnato ‘Davide contro Golia’; chissà questa volta chi riuscirà a spuntarla. Con rammarico, però, ricordiamo che la giustizia americana si muove diversamente da quella alla quale siamo abituati e che una battaglia legalòe necessita di una quantità enorme di investimenti monetari. Con questa premessa ci aspettiamo già chi l’avrà vinta.

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