Madre a processo nel Regno Unito per la scomparsa del figlio di 5 anni: la donna era in cura per depressione

Claire Button, madre britannica di 35 anni, è a processo per la morte del figlio autistico di 5 anni, avvenuta nel 2024; la donna, affetta da depressione, era in cura e aveva mostrato segni di peggioramento nei mesi precedenti.

Madre a processo nel Regno Unito per la scomparsa del figlio di 5 anni: la donna era in cura per depressione

Una vicenda delicata e complessa scuote l’opinione pubblica britannica, dove una madre di 35 anni, Claire Button, è ora a processo con l’accusa di aver provocato la morte del proprio figlio di 5 anni, Lincoln, affetto da autismo. Il caso, avvenuto nel dicembre 2024, solleva interrogativi profondi sul peso psicologico che può derivare dall’assistenza continua a un bambino con disabilità, ma anche sul ruolo dei servizi di supporto alle famiglie in situazioni di fragilità. Secondo quanto ricostruito durante il processo, il marito della donna, Nicky Button, al rientro dal lavoro trovò la casa immersa nel silenzio.

In una stanza scoprì il figlio privo di vita e accanto alla moglie, che riportava segni di un gesto autolesionistico. Poco distante, un biglietto in cui la donna avrebbe scritto parole di profondo sconforto: “Non è adatto per questo mondo, e un mondo che non è adatto per lui non lo è nemmeno per me”. L’uomo chiamò immediatamente i soccorsi, ma per il piccolo non fu possibile intervenire in tempo. Durante il dibattimento, il pubblico ministero Andrew Jackson ha evidenziato che Claire Button soffriv@ da tempo di depressione e che le difficoltà incontrate nel prendersi cura del figlio avevano aggravato la sua condizione.

Nell’estate precedente ai fatti, la donna era stata ricoverata in una struttura di salute mentale, dove aveva ricevuto una diagnosi di depressione e un trattamento farmacologico. In un primo momento le sue condizioni sembravano migliorare, ma secondo i medici il peggioramento era ricominciato nei mesi successivi, fino al tr@gico epilogo di dicembre. 

Nella mattinata dei fatti, Claire aveva portato Lincoln a fare visita alla nonna, che abitava non lontano e spesso offriva aiuto nella gestione quotidiana. Dopo il rientro a casa, la donna avrebbe contattato i soccorsi riferendo di sentirsi sopraffatta e di voler compiere un gesto estremo, ma l’operatore le spiegò che non sarebbe stato possibile inviare un’ambulanza nell’immediato. Poche ore più tardi, il marito fece ritorno e si trovò davanti alla scena che avrebbe poi portato all’apertura dell’indagine. 

Il processo, tuttora in corso, si concentra sullo stato mentale della donna al momento dei fatti e sulle possibili carenze del sistema di assistenza sanitaria e sociale. Gli esperti chiamati a testimoniare hanno sottolineato come la depressione postnatale e la fatica cronica possano degenerare in situazioni di grave vulnerabilità, specialmente quando i genitori si trovano a gestire bambini con bisogni complessi senza un adeguato sostegno psicologico e familiare.

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