Londra: paziente curato dall’Hiv con un trapianto di midollo

Quello chiamato, fino ad ora, "il paziente di Londra", ha un nome: Adam Castillejo, ed è uno dei due pazienti al mondo curati dall'Hiv grazie ad un trapianto di midollo.

Londra: paziente curato dall’Hiv con un trapianto di midollo

Per un certo periodo si è parlato del “paziente di Londra“, come una delle uniche due persone al mondo curate dall’Hiv, in seguito ad un trapianto di midollo osseo. L’uomo, la cui situazione è emersa circa un anno fa a seguito della pubblicazione di un articolo su Lancet, adesso ha un nome: Adam Castillejo.

Il quarantenne, a seguito della vicenda, ha deciso di raccontare la sua storia al New York Times. Adam, che aveva scoperto di essere sieropositivo nel 2003, durante una terapia antiretrovirale ha scoperto di avere un linfoma, un tipo di tumore curabile solamente attraverso un trapianto di midollo osseo.

Così, dal 2011, gli esperti hanno iniziato la ricerca di un donatore compatibile; alla fine del 2016 è stato usato il midollo di un donatore, il quale aveva una rara forma di mutazione del Dna che protegge dal virus. Tale procedura era stata tentata solo una volta, prima dell’episodio che ha visto protagonista Castillejo, nel 2008: il sieropositivo era Timothy Ray Brown, chiamato “paziente di Berlino” dagli esperti che hanno seguito il suo caso che avrebbero anche dichiarato che, tale procedura, non può essere usata come terapia per l’Hiv per i grandi rischi connessi.

L’Hiv è un virus che genera un’infezione; essa, se non trattata, provoca la sindrome di immunodeficienza acquisita (Aids). L’Aids è una malattia che vede il sistema immunitario indebolirsi progressivamente, fino a consentire l’insorgenza di gravi infezioni causate da agenti patogeni e forme di cancro. Nella maggior parte dei casi, l’HIV, si trasmette durante i rapporti sessuali, da contatti con sperma, sangue o liquidi vaginali.

Dopo più di due anni di distanza dal trapianto di midollo, Adam Castillejo, è stato dichiarato curato dall’Hiv. Lo stesso “paziente di Londra“, durante la sua intervista al New York Times, avrebbe dichiarato: “È una posizione unica in cui essere e molto umiliante. Voglio essere un ambasciatore di speranza”.

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