Alla fine la Corte suprema austriaca ha deciso: l’edificio di Braunau am Inn, dove nel 1889 nacque Adolf Hilter, passerà nelle mani dello Stato che dovrà corrispondere 810 mila euro a Gerlinde Pommer, proprietaria dell’immobile.
L’espropriazione arriva dopo una lunghissima battaglia legale, sorta qualche anno fa, quando il parlamento austriaco decise di requisire l’edificio che si trovava in stato di abbandono dal 2011. L’intenzione era non solo quella di assicurare una migliore reputazione allo stabile, ma anche quello di mettere un freno ai continui pellegrinaggi di militanti di estrema destra, che vi giungono in massa soprattutto il 20 aprile, giorno che coincide con il compleanno del dittatore simbolo del Terzo Reich.
Ma Gerlinde Pommer, erede della famiglia dei proprietari dello stabile che ha visto nascere il Fuhrer, si è immediatamente opposta, affermando di non aver ricevuto nessun preavviso da parte delle istituzioni, che a sua detta si sarebbero mosse con il solo intento di stravolgere l’assetto urbanistico della cittadina al confine con la Germania.
Nel frattempo, era sorta una diatriba anche in merito al prezzo da riconoscere per l’esproprio: a fronte dei 310 mila euro offerti dalle istituzioni, la donna chiedeva un milione e mezzo. A tal fine, il massimo organo della repubblica alpina ha sentenziato che l’importo di 810mila euro rappresenti la cifra più congrua per procedere al definitivo trasferimento dell’immobile al demanio.
Le istituzioni hanno espresso grande soddisfazione alla notizia, che di fatto chiude una annosa controversia legale. Ora la palazzina situata al civico 15 della Salzburger Vorstadt, così come prevede la legge volta ad impedire qualsiasi forma di attività sovversiva nazionalsocialista, sarà molto probabilmente ristrutturata, il tutto per modificare il suo aspetto esteriore.
L’ipotesi di demolirla continua ad avere un certo peso, anche se l’idea che va per la maggiore è quella di tenerla in piedi, dandole una destinazione d’uso che la distanzi da quel suo passato che ancora oggi attira molti neonazisti. Non a caso, negli anni Settanta lo Stato – a titolo di locatario – aveva allestito nell’edificio un centro per disabili.