Quello della guerra all’Isis è un tema caldo, caldissimo: da diversi mesi ormai occupa quotidianamente le prime pagine dei giornali italiani, trovando immancabilmente largo spazio nel corso dei telegiornali di ogni rete; senza contare l’interminabile ondata di editoriali che propongono approfondimenti senza sosta riguardo allo Stato Islamico, ed a tutti i fattori che fanno da contorno a quel vecchio, nuovo conflitto mediorientale.
Nonostante la smodata attenzione da parte dei media, e le enormi (talvolta persino troppo) paure coltivate dai cittadini italiani in relazione al pericolo rappresentato dall’Isis, finora l’Italia non aveva intrapreso alcuna azione militare diretta in Siria o in Iraq (roccaforti principali dello Stato Islamico), limitandosi a fornire “supporto logistico” senza tuttavia partecipare attivamente al conflitto.
Ebbene, questa situazione di inerzia è destinata a cambiare molto presto: già nel corso delle prossime ore sono infatti attesi bombardamenti sul suolo iracheno, al quale per la prima volta parteciperanno anche velivoli italiani. La notizia, diffusa stamane da Il Corriere della Sera, rappresenta un vero e proprio punto di svolta per quel che concerne la guerra al terrorismo in Italia.
Citando direttamente l’articolo apparso sul quotidiano milanese di MediaGroup: “La portata della partecipazione italiana cambia ora radicalmente con il via ai bombardamenti. I Tornado, configurati inizialmente per la ricognizione e l’illuminazione degli obiettivi, assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri, e dunque colpiranno direttamente i bersagli individuati in base alle nuove regole d’ingaggio”.
“Come fanno peraltro, in Iraq, gli areri di Paesi ben più piccoli del nostro”. Da oggi insomma l’Italia entra ufficialmente in guerra contro l’Isis, iniziando a partecipare ad azioni militari dirette. Rimane tuttavia ancora estranea al conflitto “caldo” la Germania, come ricorda sempre il Corriere della Sera: “Fino a nuovo ordine continueranno invece a non bombardare i tedeschi”.
Quattro Tornado, un aereocisterna ed un numero non precisato di droni del tipo RQ-1 Predator sono già stati inviati presso una base aerea in Kuwait, da dove partiranno per la prima missione di bombardamento all’Isis che vedrà direttamente coinvolto anche il nostro Paese.