L’Italia che non ti aspetti: 40 medaglie alle recenti olimpiadi di Tokyo 2020

Le appena concluse olimpiadi di Tokyo 2020 ci hanno emozionare per i clamorosi risultati sportivi ottenuti, ma ci inducono anche ad una riflessione importante su quello che è il fenomeno dell'accoglienza e dell'inclusione.

L’Italia che non ti aspetti: 40 medaglie alle recenti olimpiadi di Tokyo 2020

Una pensiero scatta subito nella mente ed è quello relativo al fenomeno dell’accoglienza e dell’inclusione, lo sport ha mostrato in maniera inconfutabile come questi siano un arricchimento per un popolo. Italiani di ogni colore di pelle, di tutti i credi religiosi e di origini etniche che attraversano i 5 continenti., tutti uniti sotto un’unica bandiera che nel nostro caso è il tricolore.

Forse è proprio questa la medaglia più bella, assistere all’evoluzione e all’emancipazione di un paese come il nostro che ha nella sua costituzione e nel suo d.n.a. questi valori. Questi ragazzi inconsapevolmente stanno cambiando il concetto di italianità, stanno demolendo vecchi stereotipi che ci volevano legati al famoso “pasta pizza e mandolino” quando non mafiosi.

L’Italia modello di vera integrazione, di condivisione e unione d’intenti, concetti immortalati da quella favolosa staffetta dove mani bianche si alternavano con quelle nere  nel passaggio del testimone per poi stupire il mondo che ci ha visto arrivare primi ad un traguardo che ci era sempre stato precluso. Le olimpiadi hanno sancito questa grande verità, la stessa che Goffredo Mameli ha scritto in un passaggio del suo meraviglioso inno ,poi musicato da Michele Novaro, in cui dice: “Per secoli fummo calpesti e derisi, perchè non siam popolo, perchè siam divisi.”

Medaglie storiche e pesantissime, come quella dei 100 piani, ovvero la medaglia delle medaglie, quella a cui pensiamo subito associata alla parola olimpiade, il salto in alto di Tamberi, la meravigliosa 4×100, tutte medaglie mai vinte dal nostro paese e le più seguite in assoluto, ma non solo atletica, impressiona anche la trasversalità di medaglie provenienti da tantissimi sport diversi che ci hanno visto primeggiare, un’Italia che finisce nella top-ten del medagliere e addirittura prima fra tutti i paesi della comunità europea come numero di medaglie.

Tutti veri italiani. Che si chiamassero Jacobs, Desalu o Conyedo piuttosto che Tortu, Paltrinieri, Ganna, che siano nati in Italia o che abbiano scelto di diventarlo, così anche nel calcio che ci ha visto vincere gli europei, Jorgigno, Toloi o Emerson Palmieri insieme a Barella, Insigne, Verratti e tutti gli altri. Questa è una bellissima Italia, quella che il mondo ha potuto ammirare e plaudire, un’immagine moderna e vincente, dove le parole come accoglienza, condivisione e unione sono diventati il quotidiano da nord a sud, in ogni sua regione, in ogni provincia o paesino che sia dove si sperimenta e si costruisce poi l’Italia vincente.

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