Si chiama Timothy Eli, è uno tra 197 milioni di persone. E’ nato lo scorso 4 marzo con una rara malformazione sul volto: non ha il naso.
Molti media internazionali, come AL.com, RedBook y BuzzFeed, hanno riportato la commovente storia del piccolo bebè nato in Alabama con una anomalia chiamata arhinia congenita: si tratta della totale assenza del naso, di cui dal 1931 ad oggi sono noti solo 37 casi in tutto il mondo.
Fino al momento della sua nascita, né i genitori né i medici sapevano che il bimbo non aveva il naso, e solo nel preciso istante in cui è uscito dal ventre materno si sono resi conto del problema. La madre di Eli, Brandi McGlathery, racconta: “Quando mi misero il bambino tra le braccia, mi voltai e dissi: qualcosa va male! Il dottore rispose: No, lui sta perfettamente bene. E allora ho gridato: mio figlio non ha il naso!”.
A Eli hanno effettuato una serie di prove e tutto è risultato essere normale. E’ un bambino normale. Respira e già si alimenta succhiando il seno di sua madre. Ma durante i suoi primi giorni di vita è stato ricoverato nel centro di terapia intensiva neonatale del USA Children’s and Women’s Hospital’s. Durante la notte, sua madre chiamava ogni 45 minuti per avere notizie del suo bebè, temeva che il bimbo non riuscisse a superare la notte.
Dopo cinque giorni è stato sottoposto a una tracheotomia grazie alla quale è migliorato. “Sta meravigliosamente da allora. E’ un bimbo felice”, racconta sua madre. Purtroppo però l’operazione ha avuto delle conseguenze: Eli non è in grado di emettere suoni e per questo necessita di attenzioni costanti.
Oltre a non avere la parte esterna del naso, è assente anche la cavità nasale e pertanto il sistema olfattivo. La condizione congenita colpisce la ghiandola pituitaria, meglio conosciuta come ipofisi, pertanto si dovrà aspettare fino alla pubertà per considerare la possibilità di ricostruire le sue cavità nasali con la chirurgia plastica.
La famiglia di Eli ha creato un account nel sito di raccolta fondi Go Fund, affinché le persone interessate possano effettuare donazioni che aiuteranno a sostenere i costi delle molteplici chirurgie di cui il bimbo potrebbe necessitare nei prossimi anni.