L’esercito della Libia ha bombardato quest’oggi un mercantile turco, mentre transitava proprio di fronte alle coste di Tobruk. A riferirlo è stato il Ministro degli Esteri turco, che ha sottolineato come la versione ufficiale della Turchia fosse che la nave in questione “si trovava in acque internazionali”. Molto differente è invece la versione rilasciata dalla Libia, che attraverso Mohammed Hejazi, portavoce dell’esercito libico, ha dichiarato che il cargo non aveva rispettato l’ordine di non avvicinarsi alla città, in quanto controllata in alcuni settori dalle milizie dell’Isis.
Hejazi ha poi reso noto che: “La nave è stata bombardata a 10 miglia dalla costa di Derna, avevamo avvertito”. Tra le vittime si è registrato un solo morto, mentre altri cinque uomini dell’equipaggio sono rimasti feriti. La nave turca, che pur batteva bandiera delle Isole Cook, è stata quindi trasportava da un rimorchio in direzione del porto di Tobruk, in seguito all’operazione militare che l’ha resa parzialmente incapace di proseguire oltre nella navigazione. Ufficialmente la Tuna-1 (questo il nome della nave) stava trasportando cartongesso dalla Spagna alla Libia, quando risulta essersi avvicinata troppo alla città dello Stato Islamico di Derna, violando così il limite di prossimità consentito.
“Condanniamo fortemente questo spregevole attacco che ha preso di mira una nave civile in acque internazionali-ha affermato il Ministero degli Esteri di Ankara–e malediciamo quelli che lo hanno condotto”. Parole forti, che rischiano di mettere a serio repentaglio i rapporti già ai ferri corti tra la Libia e la Turchia. E’ dallo scorso Febbraio infatti, che il Premier libico Abdullah al Thani aveva preso la decisione di interrompere le relazioni internazionali con il governo di Ankara.
Alla base di queste motivazioni ci sarebbe il forte sospetto che la Turchia continui ad aiutare in gran segreto l’Isis, fornendo ai fondamentalisti islamici armi ed equipaggiamenti militari. Per questo, ogni azienda turca era stata cacciata dalla Libia, e per tutta risposta il governo turco aveva richiamato il proprio ambasciatore dal suolo libico.