Liberata ragazza svedese di 16 anni nelle mani dell’Isis

Nel mese di maggio dello scorso anno Marlin Stivani Nivarlain si è recata in Iraq col fidanzato che voleva unirsi allo Stato Islamico, ma presto si è resa conto dell'errore. E' stata liberata dalle forze curde a Mosul

Liberata ragazza svedese di 16 anni nelle mani dell’Isis

La chiamata ha confermato i timori della madre: sua figlia, Marlin Stivani Nivarlain, si trovava in Iraq, dove era giunta col suo fidanzato che voleva unirsi allo Stato Islamico. Chiedeva aiuto per fuggire e tornare a casa. Immediatamente, il governo del suo paese, la Svezia, ha contattato le autorità del Kurdistan iracheno affinché venissero avviate le ricerche.

Mercoledì scorso, l’operazione si è conclusa con successo: le forze anti-terrorismo ‘peshmerga‘ hanno liberato l’adolescente dagli artigli dello Stato Islamico, vicino a Mosul. La ragazza ha dichiarato di esser stata ingannata dal suo fidanzato che l’avrebbe convinta a recarsi in Siria e successivamente l’avrebbe portata a Mosul.

Durante la sua prima intervista concessa all’emittente televisiva Kurdistán 24 dopo la sua liberazione da parte delle forze speciali curde, la ragazza di 16 anni ha raccontato di aver conosciuto il suo fidanzato nel 2014 dopo aver lasciato gli studi in Svezia. Inizialmente la loro era una storia normale fino a quando il ragazzo non ha mostrato un interesse per i video dell’Isis. “Parlava di loro con ammirazione” ha raccontato.

Quando poi ha espresso il desiderio di entrare a far parte del gruppo terroristico, la ragazza non si è opposta, perché realmente non aveva idea di chi fosse l’Isis, di cosa significasse. Così nel mese di maggio del 2015 la coppia ha intrapreso il viaggio che dalla Svezia li ha portati alla frontiera turca della provincia di Gaziantep, dalla quale sono giunti in Siria. Da quel momento, i militanti dell’Isis li hanno trasportati nella città di Mosul insieme ad altri uomini e donne, dove hanno assegnato loro un’abitazione senza elettricità né acqua corrente. “Era totalmente diverso da ciò che avevo in Svezia, dove c’è di tutto. Non avevamo soldi. Era una vita veramente dura”, ha affermato.

Appena è riuscita ad avere in mano un telefono ha contattato la madre per dirle che desiderava tornare a casa. E’ stata la madre ad avvisare le autorità svedesi della situazione. La liberazione è avvenuta vicino a Mosul il 17 febbraio grazie al dipartimento antiterroristico curdo, ma su di essa non si hanno al momento maggiori dettagli. Ora l’adolescente si trova nella regione autonoma del Kurdistan iracheno e sarà consegnata prossimamente alle autorità svedesi.

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