Libano, black out elettrico totale: nelle centrali è finito il carburante

Le autorità informano che la situazione potrebbe durare per giorni, la produzione è scesa sotto i 200 megawatt e le due principali centrali del Paese non hanno carburante a sufficienza. Si tratta della più grave crisi economica dalla fine della guerra civile.

Libano, black out elettrico totale: nelle centrali è finito il carburante

La rete elettrica del Libano ha smesso completamente di funzionare intorno a mezzogiorno ora locale del 9 ottobre. Secondo quanto si apprende dai media internazionali, i due principali impianti di produzione elettrica del Paese hanno finito il carburante e la produzione è scesa sotto ai 200 megawatt di potenza. Troppo poco per alimentare l’intera rete elettrica. Tutte le città sono al buio e i cittadini stanno vivendo grossi disagi. E la situazione non è destinata a migliorare a breve. 

Le autorità governative hanno informato che il blocco della rete elettrica potrebbe andare avanti per giorni. Già da tempo il Libano sta facendo i conti con una carenza di carburante per le centrali elettriche, e questo si è tramutato molto spesso in continui blocchi delle forniture, tanto che i cittadini si sono dotati di generatori alimentati a diesel: l’operazione sta diventando però molto costosa e presto le famiglie potrebbero non avere soldi a sufficienza per poter pagare i pieni ai generatori. 

Crisi economica

Il Libano sta affrontando la più grossa crisi economica dalla fine della guerra civile, durata dal 1975 al 1990. La situazione si è aggravata con la rencente paralisi politica che ha affrontato il Paese, paralisi che si è risolta soltanto poco più di un mese addietro, dopo uno stallo durato oltre un anno. 

Nel 2020 l’esplosione al porto di Beirut segnò gravemente la nazione. Da allora il Paese orientale non si più ripreso. Secondo la Banca Mondiale, questa è una delle tre peggiori crisi che il mondo abbia visto negli ultimi 150 anni. Molti libanesi non avrebbero neanche i soldi per comprare i beni alimentari di prima necessità come il pane. 

Basti pensare che proprio il pane in precedenza costava 1.500 lire, l’equivalente dei nostri 80 centesimi: oggi costa circa 6.000 lire, ovvero 3,35 euro. Un ulteriore macigno per le finanze del Paese è anche il debito pubblico, arrivato al 174%. Tre quarti della popolazione, inoltre, versa in condizioni di povertà.

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