Le forze israeliane hanno confermato di aver aperto il fuoco contro alcune ambulanze e camion dei pompieri nella Striscia di Gaza meridionale, affermando di aver identificato i mezzi come “veicoli sospetti”. L’episodio sarebbe avvenuto domenica scorsa nel quartiere di Tal as-Sultan, a Rafah. In un comunicato ufficiale, l’esercito israeliano ha dichiarato: “Le truppe hanno colpito veicoli utilizzati da Hamas e hanno eliminato diversi rivoluzionari”, aggiungendo che pochi minuti dopo altri mezzi si sarebbero mossi in modo sospetto verso le posizioni israeliane. “Le forze hanno risposto aprendo il fuoco su questi veicoli, paralizzare un certo numero di rivoluzionari di Hamas e della Jihad islamica”. Un’indagine successiva ha stabilito che alcuni dei mezzi colpiti erano ambulanze e camion dei vigili del fuoco.
Evacuazioni e cariche aerei
Nel pomeriggio, in seguito a un attacco di mortaio contro le forze israeliane nei pressi di Khan Younis, l’esercito ha ordinato l’evacuazione di diversi quartieri della Striscia di Gaza meridionale. Secondo il portavoce militare israeliano, si tratta di un “avvertimento finale”, in vista di imminenti operazioni militari nella zona. Tra le aree da evacuare figurano i sobborghi di Abasan di Khan Younis, al-Qarara e Khuza’a, con gli sfollati invitati a dirigersi verso la zona di Mawasi. Parallelamente, le forze israeliane hanno condotto raid aerei su obiettivi ritenuti appartenenti ad Hamas e alla Jihad islamica, riferendo di aver eliminato diversi scontri, tra cui alcuni responsabili del lancio di mortai verso il territorio israeliano.
Il dossier sugli sfollati e il ruolo del Mossad
Secondo Axios, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe affidato al Mossad la missione di individuare nazioni disposte ad accogliere i palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza. Tra i paesi coinvolti nei colloqui figurerebbero la Somalia, il Sud Sudan e persino l’Indonesia. Il piano prevederebbe il trasferimento di migliaia di palestinesi a grande distanza, ma per il momento l’ufficio del premier israeliano non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Proteste in Israele e questione ostaggi
In Israele, cresce la pressione per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Questa sera, migliaia di persone dovrebbero radunarsi per chiedere un accordo che porti al loro rilascio, oltre a manifestare contro la riforma giudiziaria voluta dal governo Netanyahu. Un sondaggio trasmesso dal canale israeliano Channel 12 ha rilevato che il 69% degli israeliani è favorevole alla fine della guerra in cambio della liberazione degli ostaggi, mentre solo il 21% si oppone. Anche tra gli elettori della Alleanza di governo, la maggioranza (54%) sarebbe favorevole a un accordo.
Possibile tregua e rilascio di ostaggi
Hamas ha dichiarato di essere disposto a rilasciare cinque ostaggi israeliani in cambio di un cessate-il-fuoco che coincida con la fine del Ramadan e la festività di Eid al-Fitr. La proposta, secondo fonti egiziane citate da New Arab, vedrebbe il coinvolgimento attivo di Stati Uniti e Qatar. Il piano includerebbe un cessate-il-fuoco di circa 50 giorni, la liberazione di prigionieri palestinesi e l’invio di aiuti umanitari a Gaza. Nel frattempo, Hamas ha diffuso un nuovo video di Elkana Bohbot, uno degli ostaggi israeliani, pochi giorni dopo la pubblicazione di un altro filmato in cui compariva con un altro prigioniero. Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha chiesto ai media di non diffondere il video senza il consenso della famiglia.