Le radiosveglie europee accumulano minuti di ritardo? Colpa della disputa energetica tra Kosovo e Serbia

Milioni di orologi collegati alla rete elettrica europea hanno ultimamente accumulato fino a sei minuti di ritardo. La causa di questo anomalo fenomeno è rintracciabile nella gestione del servizio elettrico tra Serbia e Kosovo. Vediamo meglio di cosa si tratta

Le radiosveglie europee accumulano minuti di ritardo? Colpa della disputa energetica tra Kosovo e Serbia

Sembrerà paradossale, ma una disputa sulle forniture elettriche tra Serbia e Kosovo sta generando delle sgradevoli conseguenze a livello europeo: radiosveglie e orologi collegati alla rete elettrica stanno accumulando fino a sei minuti di ritardo. Qualcuno potrà non vederci il nesso, eppure per la ENTSO-E, l’associazione che riunisce i produttori europei di energia elettrica, la spiegazione oltre che essere semplice è anche molto chiara.

Ma partiamo dall’inizio. Dalla metà di gennaio di quest’anno è stata segnalata una carente generazione di elettricità da parte del Kosovo. In altre parole il paese ha utilizzato più energia rispetto a quanto preventivato. A seguito di alcune dispute territoriali, la vicina Serbia non ha sopperito a questo sbilanciamento che si è così ripercosso sull’intero continente. A risentirne sono stati proprio gli orologi collegati alla rete elettrica europea. Questi ultimi hanno accumulato improvvisamente diversi minuti di ritardo.

Per comprendere il problema, è sufficiente considerare che in Europa tutti i grandi produttori collaborano tra di loro per offrire gli stessi standard, garantendo scambi di energia qualora uno di essi si trovi in stato di momentanea difficoltà. Da qui ogni nodo della rete europea, sia esso una centrale o un trasformatore, deve essere in grado di rilevare degli sbalzi di fornitura, adattandosi di conseguenza. A coordinare il tutto ci pensa il gestore della rete svizzera, a cui è demandato il compito di registrare la frequenza dell’intera rete in tempo reale. Quest’ultima eroga infatti corrente alternata a 50 Hz, ovvero sottoposta a 50 inversioni di polarità nel corso di un secondo.

Ma se i consumi salgono rispetto alla produzione, a quel punto la frequenza si abbassa. La rete dovrebbe a quel punto rispondere con degli automatici cambi di frequenza, ma laddove ciò non si verifichi adeguatamente come nel caso del Kosovo, la rete non riesce più a garantire l’equilibrio, e di conseguenza si allontana dallo standard dei 50 Hz.

Le radiosveglie collegate alla rete elettriche non hanno un vero e proprio orologio interno, in quanto sfruttano il principio delle variazioni di polarità della rete: ogni 50 inversioni equivalgono ad un secondo. Ma se gli Hz della rete diminuiscono, per le radiosveglie è come se la durata dei secondi si allungasse. Da qui i minuti hanno una maggior durata con conseguente accumulo di ritardi.

Pertanto fino a quando non si risolverà la diatriba tra i due paesi, tutti gli orologi degli elettrodomestici collegati alla rete europea continueranno a rimanere indietro. La questione non sembra proprio di facile risoluzione: è dal 1999, anno in cui terminò la guerra del Kosovo, che la parte nord del paese rimasta fedele alla Serbia si rifiuta di pagare la “bolletta” al governo centrale del Kosovo.

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