Le parole proibite di Trump nella sanità: feto, transgender, e altri 5 termini

Secondo il Washington Post, sarebbe stato richiesto dalla Casa Bianca all'organo di sanità pubblica americana di "omettere" sette parole nei documenti ufficiali riguardanti salute e scienza.

Le parole proibite di Trump nella sanità: feto, transgender, e altri 5 termini

Un importante organismo di controllo della sanità pubblica americana avrebbe ricevuto dal governo, secondo quanto riportato dal Washington Post, la richiesta di non utilizzare in documenti ufficiali sette parole, per l’approvazione del prossimo bilancio annuale. 

Le sette espressioni che Donald Trump vuole “proibire” nei documenti ufficiali della sanità sono: diversità, diritto, vulnerabile, basato sulla scienza, feto, basato sulle evidenze. Tale approccio ideologico ha già scatenato critiche nel mondo scientifico e politico.

Alison Kelly, dirigente dei servizi finanziari, si sarebbe presentata ad una riunione sui budget del Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Alison Kelly avrebbe comunicato che queste parole non devono comparire in documenti incentrati sul bilancio del prossimo anno. Per termini come “basato sulle evidenze o sulla scienza”, viene suggerito di usare “basato sulla scienza in considerazione degli standard e dei desideri della comunità”. La portavoce non ha spiegato i motivi di questa blacklist. Trump ha sempre esposto di considerare la scienza come una semplice opinione, e non una realtà oggettiva. I presenti alla riunione, secondo la fonte del Washington Post, avrebbero avuto reazioni incredule.

Le polemiche e le ironie sul web sono state immediate. Non è la prima volta che, da quando alla Casa Bianca si è insidiato Trump, affiorano questi problemi relativi le terminologie usate da alcune agenzie federali per questioni come il diritto all’aborto, l’orientamento sessuale, il cambiamento climatico. Ad esempio, Il Ministero della Salute ha già da tempo cancellato sul proprio sito pagine contenenti informazioni sulle comunità Lgbt. Mentre il dipartimento di infanzia e famiglia ha rimosso le informazioni sui servizi disponibili per le persone Lgbt e le loro famiglie. Molti dipartimenti hanno cambiato ormai le loro politiche per raccogliere informazioni sulle comunità Lgbt.

Rimarrà un mistero su come il centro nazionale per AIDS possa evitare la parola transgender, parlando di prevenzione dell’HIV o delle malattie sessualmente trasmissibili. O di come lo stesso Cdc possa omettere la parole “feto” nelle proprie ricerche, lavorando sui difetti neonatali causati dal virus Zika.

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