Le ferite dell’anima trasformate in farfalle liberatorie

La tatuatrice russa Yevgeniya Zakhar copre gratuitamente le cicatrici delle donne vittime di violenza con fiori e farfalle. Il suo operato è di immenso aiuto nel percorso riabilitativo, nella riaffermazione dell'autostima.

Le ferite dell’anima trasformate in farfalle liberatorie

Yevgeniya Zakhar è una tatuatrice dell’anima: trasforma le cicatrici presenti sul corpo della donne vittime di violenza, in capolavori ricchi di speranza. Nel suo laboratorio di Ufa, 1200 chilometri a Est di Mosca, occulta tagli e bruciature con grappoli di fiori e farfalle.

Esegue il suo operato gratuitamente, in un anno ha aiutato mille donne a liberarsi da quelle deturpazioni che trafiggono l’anima. Yevgeniya, seguendo il modello che vige in Brasile, ha deciso di farlo anche in Russia. “Ne ricevevo fino a quattro al giorno, poi ho dovuto ridurre un po’. Non era il lavoro a spaventarmi, ma il peso psicologico di quei racconti grondanti violenza, solitudine e dolore” racconta la tatuatrice.

Katarina Golovkova è una ragazza di 29 anni, si è rivolta a Yevgeniya per coprire alcune cicatrici su un braccio: il suo ex ragazzo, dopo averla presa a pugni, l’ha scaraventata contro una finestra. Ha rischiato di perdere l’arto, e per cinque anni quei segni sul corpo sono stati fonte di ricordo, anche non volendo, dell’orrore vissuto, distruggendo la sua autostima. Grazie a Yevgeniya enuncia felice: “Finalmente ho sul mio corpo un segno che ho scelto io e non qualcun altro“.

Vladimir Putin ha depenalizzato la violenza domestica declassandola ad illecito amministrativo. La legge, appoggiata dalla Chiesa ortodossa e approvata a larga maggioranza dalle due Camere del Parlamento, Duma e Consiglio della Federazione, prevede che le violenze in famiglia costituiscano reato solo se chi le ha commesse è recidivo o se le percosse hanno provocato gravi danni fisici. In caso contrario potranno essere punite, semplicemente, con una multa fino a 30 mila rubli (470 euro) con, al massimo, 15 giorni di detenzione o 60/120 ore di servizio sociale.

Secondo i promulgatori della legge è “normale” che nelle famiglie sussistano talune conflittualità, l’intervento dello Stato, per episodi distanziati nel tempo, costituirebbe un atto di ingerenza. Gli esperti di violenza di genere enunciano che il 90% delle denunce in Russia non arriva in tribunale, perché l’iter è troppo complesso.

Per il 19 per cento dei russi  è accettabile picchiare la moglie, il marito o un bambino, in certe circostanze. Il 40 per cento dei crimini violenti in Russia si consuma all’interno delle abitazioni, 12 mila donne l’anno vengono uccise dai propri congiunti.

Le tante Katarina russe sono indignate, disgustate, da una legge che di fatto tollera la violenza perpetrata ai danni dei più deboli e che lascerà soprattutto molti minori in ostaggio dei propri aguzzini.

 

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