L’acqua radioattiva di Fukushima verrà riversata in mare: gli ambientalisti protestano

Il governo giapponese ha deciso che l'acqua radioattiva accumulata nella centrale nucleare di Fukushima verrà riversata in mare, nonostante le opposizioni di ambientalisti, altri governi locali e industrie della pesca.

L’acqua radioattiva di Fukushima verrà riversata in mare: gli ambientalisti protestano

L’acqua radioattiva trattata e accumulata nella centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dopo il violentissimo terremoto del marzo 2011, verrà rilasciata in mare. 

Come tutti ricorderemo, durante l’incidente di quel marzo, innescato dal terremoto di magnitudo 9 e dal successivo tsunami, si verificò un surriscaldamento del combustibile nucleare e la fusione del nocciolo, cui si accompagnarono esplosioni di idrogeno e successive emissioni di radiazioni. 

La decisione del governo giapponese 

A decidere di riversare in mare l’acqua radioattiva è il governo giapponese e a riferirlo l’agenzia nipponica Kyodo News, citando una fonte informata. A nulla sono valse, dunque, le opposizioni non solo degli ambientalisti (si teme un disastro ambientale), ma anche delle industrie della pesca, di alcuni governi locali e di altre nazioni come la Cina e la Corea del Sud, molte delle quali effettuate l’anno scorso. 

Per raffreddare gli impianti danneggiati dal sisma del 2011, ogni giorno vengono aggiunti ai serbatoi circa 140 tonellate di acqua contaminata, contenente trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno. Nell’area adiacente all’impianto, ci sono più di 1000 cisterne che, entro l’estate del 2022, raggiungeranno la massima capacità consentita, secondo la Tokyo Electric Power,  gestore della centrale.

Hiroshi Kajiyama, ministro del Commercio e dell’Industria, ha riferito che il governo chiederà la cooperazione degli enti del settore a livelloglobale e dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), oltre a discutere con le prefetture locali, in modo da fornire un livello adeguato di sicurezza e garantire la trasparenza nel processo decisionale. 

A febbraio 2020, Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha dichiarato che il rilascio di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico non violerebbe gli standard internazionali dell’industria nucleare. La centrale, secondo le stime del governo, verrà smantellata, assieme alla rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, non prima del 2051. Capiamo perfettamente quanto, ora più che mai, le preoccupazioni degli ambientalisti e di tutti coloro che non vogliono che il governo giapponese riversi in mare acqua radioattiva sia del tutto lecita.

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