La terribile usanza dello stiramento del seno praticata sulle bambine africane

Lo stiramento del seno, una pratica dalle atroci sofferenze, ancora oggi molto applicata nei paesi africani. Nonostante le estenuanti battaglie, scarsi sono stati i risultati ottenuti.

La terribile usanza dello stiramento del seno praticata sulle bambine africane

Una delle pratiche sul corpo umano più innaturali e controproducenti di sempre. Lo stiramento del seno è una metodica che, ancora oggi, viene applicata, nonostante le aspre battaglie volte a disincentivarla. Troppi sono i paesi africani che fanno uso di questa pratica in maniera costante. La pratica trova le sue origini in Camerun, ma in molti altri paesi, dell’africa e dell’Europa, è possibile avere testimonianze di giovani ragazze sottoposte a tale tortura.

Tra i paesi in cui si applica lo stiramento del seno, troviamo di certo Nigeria, Chad, Benin, Sudafrica e persino il Regno Unito. Ma in cosa consiste questa metodica così primitiva e dolorosa? Si tratta di applicazioni quotidiane di tutta una serie di oggetti, come pietre e bastoni roventi, pestelli di legno, spatole o spazzole, cinture, stracci, noccioli di frutti, gusci di noci di cocco, che hanno la funzione principale di creare una pressione sul seno nascente della giovane ragazza, in piena età adolescenziale.

Il fine ultimo della pratica è quello di impedire che il seno possa crescere, continuando ad avere quindi un torace piatto, senza acquisire le naturali forme femminili, caratteristiche delle ragazze una volta entate nella fase adolescente. In molti si sono chiesti il motivo di questa pratica così dolorosa e atroce; sembra che le madri di queste ragazzine facciano uso dello stiramento sulle proprie figlie, allo scopo di salvaguardarle da eventuali gravidanze indesiderate, violenze e matrimoni precoci.

Numerose sono le testimonianze di ragazzine che hanno, ancora oggi, subito questa tortura, creando seri danni, non solo al fisico ma anche allo stato psicologico della ragazza. A parlare infatti è Amelie, una giovane donna di 30 anni, anche lei, all’epoca, sottoposta a questa pratica: “Avevo tredici anni quando mia madre si è accorta che cominciavano a ingrossarsi i seni. Mi ha detto: questo non va bene, adesso gli uomini cominceranno a guardarti perché sanno che sei una donna. Allora faremo come ha fatto mia madre con me, come tutte abbiamo imparato a fare“.

Tante sono state le iniziative volte a contrastare questo fenomeno, come quelle portate avanti dalla società tedesca Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit, che per prima ha tentato di rendere illegale questa pratica, facendo appello anche al parlamento del Camerun. Nonostante però esistano delle leggi per i diritti umani, le normative vengono puntualmente disattese dalle stesse madri, che cercano di “difendere” le loro figlie.

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