Nonostante le profonde critiche mosse a livello internazionale, il 20 aprile la Corte Suprema Russa ha emesso una sentenza che di fatto vieta le attività dei Testimoni di Geova in Russia.
Il provvedimento della massima autorità giudiziaria conferma così l’operato del Ministero della Giustizia che solo qualche settimana fa aveva inserito il movimento in una lista di proscrizione. Nella medesima comparivano anche gruppi estremisti come lo Stato Islamico e Al Qaeda.
In altre parole in Russia i Testimoni di Geova vengono ora considerati alla stessa stregua dei più pericolosi terroristi islamici. A seguito di questo provvedimento viene chiuso il Centro Amministrativo dei Testimoni di Geova in Russia e vengono sciolte tutte le associazioni religiose locali che fanno parte dell’organizzazione stessa. I loro beni e le relative proprietà vengono consegnate alla Federazione Russa, ossia confiscate. Chi continuerà a praticare il culto rischierà multe salatissime, comprese tra i 300mila e i 600mila rubli (da 5mila a 10mila euro) e una pena che va 6 a 10 anni di carcere.
Le associazioni per i diritti umani hanno gridato allo scandalo. Secondo loro le motivazioni della sentenza sono alquanto ridicole. I Testimoni di Geova verrebbero accusati di essere un gruppo praticante una fede radicale; in secondo luogo verrebbero messi all’indice in quanto non sufficientemente patriottici.
Viktor Zhenkov, avvocato che rappresenta il movimento religioso in Russia, ha deciso di far ricorso. Verrà inoltre valutato se sottoporre il caso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, ente che potrebbe intervenire avendo la Russia aderito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
A livello mondiale i Testimoni di Geova sono conosciuti per la loro opera di evangelizzazione porta a porta, e per il rifiuto di accettare le trasfusioni di sangue. Ad oggi rappresentano un movimento religioso composto da circa 8 milioni di persone. In Russia la loro compagine conta circa 175mila praticanti. Il loro credo basato sull’interpretazione alla lettera della Bibbia, fa sì che considerino Dio come unica autorità: questo comporta la loro astensione dalla partecipazione al voto e alle cerimonie patriottiche che in Russia hanno un elevato significato sociale. In secondo luogo non adempiono agli obblighi di leva, in quanto rifiutano ogni forma di violenza. Ma secondo il New York Times esisterebbe un ulteriore fattore visto non di buon occhio dalle autorità russe: il movimento è nato nell’Ottocento negli Stati Uniti, ed è proprio qui che ancora oggi continua ad avere la propria sede principale.
In tutto il mondo la decisione della Federazione ha sollevato un coro di indignazione e timore verso quello che altro non sembra che una grave violazione della libertà religiosa e dei più fondamentali diritti umani.