La Repubblica di San Marino è in crisi: la situazione delle sue finanze è preoccupante

Il segretario di Stato agli Affari Interni della Repubblica di San Marino ha annunciato che la situazione dei conti pubblici è allarmante. Sulla base di queste premesse dovrà partire un ferreo intervento di spending review.

La Repubblica di San Marino è in crisi: la situazione delle sue finanze è preoccupante

A lungo considerata un’isola felice, la Repubblica di San Marino sembrava indenne da qualsiasi tipo di crisi economica. Eppure anche quella che è universalmente riconosciuta come la repubblica più vecchia del mondo, si sta ora trovando ad affrontare non pochi problemi di natura finanziaria.

Secondo Guerrino Zanotti, segretario di Stato agli affari interni, la situazione dei conti pubblici è allarmante. Urge infatti intervenire con delle precise e radicali politiche di spending review. Come da lui premesso, le sue considerazioni non sono state mosse per “fare allarmismo gratuito o peggio catastrofismo, ma per informare su quella che è la realtà”.

Gli effetti della crisi

Dopo le indiscrezioni e le polemiche delle ultime settimane, il governo ha proposto una serie di tagli di natura progressiva che dovrebbero però salvaguardare i redditi più bassi. L’intento sarebbe quello di stringere la cinghia per almeno due anni. In questo periodo i dipendenti pubblici subirebbero una decurtazione del loro stipendio.

Secondo i progetti dell’esecutivo della Repubblica del Titano, le riduzioni partirebbero dai 22 euro mensili per le retribuzioni di 1.500 euro, fino a raggiungere i 172 euro per coloro che percepiscono uno stipendio di 4.500 euro. Ma non ci sarebbe solo questo. In vista si prospettano tagli dei trasferimenti a enti e aziende autonome, ma soprattutto una sforbiciata alla spesa di enti e società a partecipazione pubblica.

Ma se la situazione dei conti pubblici è compromessa, a destare non poca preoccupazione è anche il settore bancario. Le ultime indiscrezioni parlano addirittura di una prossima richiesta di aiuto al Fondo Monetario Internazionale. L’ipotesi sul tavolo sarebbe un prestito di 300 milioni di euro, indispensabili per ricapitalizzare e rimettere in sesto un sistema sull’orlo del baratro. Non a caso gli NPL, in altre parole i crediti deteriorati posseduti dalle banche, hanno raggiunto la cifra astronomica di 1,7 miliardi di euro, equivalenti al 117% del PIL annuo del Paese. La richiesta di aiuto non è stata ancora inoltrata: al momento si parla solo di un dialogo avviato con i consulenti dell’organizzazione con sede a Washington.

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