La nave Aquarius raccoglie 141 migranti ma non trova porti aperti. E i profughi snobbano le Ong

Continua il braccio di ferro tra l'Aquarius e Bruxelles. Ma intanto un gruppo di tunisini avrebbe rifiutato l'aiuto della Ong scegliendo di proseguire in solitaria la traversata verso Lampedusa.

La nave Aquarius raccoglie 141 migranti ma non trova porti aperti. E i profughi snobbano le Ong

La nave Aquarius torna a far parlare di sé. Nei giorni scorsi ha raccolto 141 migranti dal mare, chiedendo a Bruxelles di indicargli un porto sicuro dove attraccare. Ma dalle cancellerie europee non è arrivata nessuna risposta. La demagogia comunitaria della solidarietà era valida solo se ad accogliere i profughi era l’Italia, gli altri potevano tranquillamente girarsi dall’altra parte.

Dove approderà adesso la nave Aquarius? Non è dato saperlo. Salvini ha nuovamente ribadito che i porti italiani resteranno chiusi: “Vadano dove gli pare, ma non qui in Italia”, ha ripetuto il capo del Viminale. La Spagna, dopo l’atto eroico iniziale e il diluvio di congratulazioni ricevute, si è defilata in punta dei piedi, silenziosamente: guai a ripetere gli errori del passato.

Malta, nelle cui acque territoriali si trova attualmente la Ong con i migranti a bordo, sono anni che rispedisce al mittente qualsiasi autorizzazione ad approdare. La Francia di Macron, quella che aveva definito la politica italiana una “politica vomitevole”, ha fatto scena muta, loro non accolgono profughi, al massimo li rimandano indietro al confine con Ventimiglia.

A rompere gli induci ci ha pensato il ministro Toninelli: “L’Aquarius batte bandiera di Gibilterra, quindi bandiera inglese. Londra si assumesse le sue responsabilità e accogliesse i migranti”. Ma ovviamente il Regno Unito, impegnato nella Brexit, è già tanto che ospita gli europei, figuriamoci se adesso si accolla anche gli aborigeni africani.

La nave Aquarius intanto ha lanciato l’ennesima polemica: prima di loro altre cinque navi erano transitate davanti ai barconi dei profughi e non si sono fermate per soccorrerli. Il motivo? Nessuno vuole imbarcare i migranti con il rischio di restare impantanato in mare, con i porti sigillati ovunque e in attesa di un’anima gentile si faccia avanti.

E così tra un rimpallo di responsabilità e un altro, tra un braccio di ferro e un altro, tra una polemica e un’altra, i migranti hanno deciso di non salire più sulle navi Ong ma di dirigersi direttamente a Lampedusa con i loro barconi, come è successo con alcuni tunisini che hanno rifiutato l’invito dell’Aquarius di salire a bordo, accettando solo cibo e acqua.

In questo modo, però, c’è il rischio di nuovi naufragi. Perché questi barconi non sono adatti per perscorsi lunghi e pieni di insidie. Possono essere letali per gente che si avventura in un viaggio della speranza che è peggio di una roulette russa. Ecco perché il problema migratorio andrebbe risolto alla radice, direttamente in Africa, non si risolve continuando a far partire gente che comincia a creare crisi di rigetto generale.

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