Sono passati ormai più di due anni dalla rivoluzione ucraina del 2014 che avrebbe dovuto fare dell’Ucraina un Paese sempre più vicino all’Europa e alle potenze occidentali, in un progetto che avrebbe visto l’Ucraina entrare perfino nella NATO, isolando così completamente la Russia, privandola di un importante alleato (o quanto meno di un Paese neutrale confinante con il suo territorio).
Ma Putin non è certo l’ultimo arrivato, abbiamo imparato a conoscerlo, avendo egli sempre dimostrato pragmatismo, astuzia e capacità di attrarre consensi dalla sua parte.
Dopo un primo tentativo di reagire militarmente alle riforme che avrebbero fatto dell’Ucraina un Paese ostile alla Russia occupando la Crimea, importantissima per la sua posizione strategica per l’accesso ai mari, e poi la regione del Donbas, anch’essa fondamentale per la presenza di risorse naturali di cui l’industria può molto giovare, ora Putin tenta, dopo aver accettato la tregua militare negli accordi di Minsk II comprendente il cessate il fuoco bilaterale, di spaccare internamente l’Ucraina con l’inadeguatezza del governo ucraino guidato da Petro Porosenko incapace di guidare il Paese verso importanti riforme e soprattutto con la corruzione dilagante in tutti i settori amministrativi ucraini.
Secondo una ricerca di Trasparency International, associazione non governativa che si occupa di combattere la corruzione, l’Ucraina risulta uno dei paesi con più alto tasso di corruzione, seguita dalla Russia, anch’essa considerata uno dei Paesi più corrotti, ma che nonostante ciò, il partito di Putin riesce ad ottenere larghi consensi, come dimostrano le recenti elezioni in Russia nelle quali il partito di Putin, “Russia Unita”, ha ottenuto il 54% dei voti. Una maggioranza impensabile in molti paesi, tra cui l’Italia.
La strategia di Putin è, dunque, quella di far morire l’Ucraina da dentro, endogenamente, mediante la corruzione e riforme mancate, cercando di suscitare il malcontento dilagante tra la popolazione ucraina che sempre meno sosterrà il governo e che, come sta accadendo, porterà probabilmente alla sua morte politica, economica e sociale.