La fidanzata è incinta di 8 mesi, lui le dà fuoco: "Non volevo diventare padre"

Dramma in Germania, dove un ragazzo di 20 anni si è spinto a compiere un gesto incredibilmente atroce mosso dalla paura di dover diventare padre. Il giovane ha dato fuoco alla fidanzata, incinta di 8 mesi, per sfuggire alla paternità.

La fidanzata è incinta di 8 mesi, lui le dà fuoco: "Non volevo diventare padre"

Diventare padre è una prova non di poco conto, e comporta un radicale sconvolgimento delle proprie abitudini quotidiane, un totale capovolgimento delle priorità. Ma arrivare ad uccidere la propria fidanzata per paura della paternità, è un gesto che non può essere categorizzato semplicemente alla voce “paure”, ma sconfina decisamente nella psicopatia.

Eppure è proprio ciò che ha fatto Eren Toben, 20enne tedesco residente a Berlino il quale, dilaniato dal terrore di dover diventare padre, ha preferito dare fuoco alla fidanzata incinta di 8 mesi piuttosto che affrontare le proprie responsabilità.

Ad aiutarlo nel suo folle piano, realizzato tragicamente nel gennaio del 2015, il suo inseparabile amico nonché compagno di classe Paul Daniel Muller, anch’egli 20enne. I due giovani convinsero Maria Peiner, la fidanzata 19enne in dolce attesa di Toben, a salire sull’automobile del complice con un escamotage.

La scusa era quella di andare a comprare degli abiti per il futuro nascituro, che sarebbe venuto alla luce da lì a poche settimane. Ma i due ragazzi non portarono Maria a fare shopping per il neonato, bensì la condussero verso una foresta isolata, picchiandola con un pezzo di legno e poi accoltellandola selvaggiamente.

Infine, mentre la ragazza si trovava ferita ed agonizzante a terra, ma ancora viva, Eren e Paul la cosparsero di benzina e le diedero fuoco. Una violenza impossibile da descrivere, nelle sue sfumature più feroci e disumane. Il cadavere carbonizzato di Maria venne trovato da un passante 24 ore più tardi, il quale diede subito l’allarme.

Eren Toben venne arrestato poco più tardi, insieme all’amico e complice Paul. Il coltello con cui avevano ferito Maria era stato infatti rinvenuto a poca distanza dal corpo della ragazza, e sopra c’erano ancora le impronte dei due assassini. Agli inquirenti, il 20enne confessò poi di avere agito così perché “non volevo diventare padre“.

Ora finalmente è arrivata la sentenza per quel crimine tanto efferato: 14 anni di carcere a testa. Una pena che tuttavia ha scontentato l’opinione pubblica tedesca che chiedeva l’ergastolo per i due giovani assassini, vista la brutalità del gesto: l’aver bruciato viva una ragazza di 19 anni, incinta di 8 mesi, approfittando del suo amore e della sua fiducia per tenderle la tragica imboscata.

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