La ferrovia Transiberiana compie 100 anni

Quella Transiberiana è la ferrovia più lunga del mondo. Con i suoi 9.198 km di binari permette di collegare Mosca con Vladivostok. Per completare quest’opera mastodontica ci vollero ben 26 anni e una forza lavoro di 90.000 uomini

La ferrovia Transiberiana compie 100 anni

La ferrovia Transiberiana festeggia in questi giorni il suo primo secolo di attività. Venne infatti inaugurata il 5 ottobre 1916 dopo 26 anni di lavori che si dipanarono lungo due continenti, Europa ed Asia. Con i suoi 9.198 km di lunghezza permise di collegare Mosca con Vladivostok, diventando un simbolo di unità nazionale oltre che motivo d’orgoglio per l’ingegneria russa.

La storia della ferrovia più lunga del mondo è costellata da una lunga serie di numeri da record oltre a diversi curiosi aneddoti. Innanzitutto bisogna far presente che di una simile opera si era già a lungo parlato nel corso del XIX secolo. L’intenzione era quella di poter diminuire i tempi di percorrenza all’interno degli sconfinati territori del continente asiatico; all’epoca l’attraversamento poteva richiedere un viaggio di due o anche tre mesi.

La data ufficiale di inizio dei lavori fu celebrata il 31 marzo 1891. In quell’occasione Nicola II, futuro e ultimo zar dell’impero russo, diede il via ai lavori trasportando la prima carriola di sabbia. Si trattò comunque di un evento simbolico, in quanto una parte dei binari era già stata posata in precedenza.

Per il completamento di un’opera così imponente furono impiegati qualcosa come 90.000 lavoratori, di cui una buona parte carcerati oppure condannati ai lavori forzati. Nonostante l’utilizzo delle migliori tecniche costruttive all’epoca disponibili, le loro condizioni di lavoro erano alquanto proibitive se non disumane. Come descrive Danilo Elia nel libro “La bizzarra impresa”, “alla fine del diciannovesimo secolo era quella un’impresa paragonabile forse alla conquista della Luna: i binari correvano per territori impervi e spopolati, le città che toccavano erano poco più di paesetti con qualche migliaio di abitanti, l’Estremo Oriente russo era una terra di frontiera rude e inospitale”. Queste premesse non scoraggiarono comunque l’afflusso di manodopera; anche dall’Italia partirono una cinquantina di operai friulani specializzati nella realizzazione di ponti e massicciate.

L’inaugurazione della linea avvenne nel 1916. A quell’epoca la Trasiberiana era per la maggior parte a binario unico; ad oggi i lavori per il raddoppiamento non sono ancora terminati. L’elettrificazione partì invece negli anni ’60 per concludersi nel 2002.

Inizialmente si poteva percorrere l’intera linea in circa 30 giorni; oggi partendo da Mosca si può invece arrivare al capolinea impiegandocene solo 7. Bisogna però considerare come l’attuale termine della linea non sia più Vladivostok, ma il più lontano porto di Nakhodka. Ciò estende la lunghezza complessiva dell’intera tratta a 9.441 km, con conseguente attraversamento di ben 7 fusi orari. Curiosamente su tutta la linea gli orari sono espressi secondo un unico fuso, quello di Mosca. I passeggeri sono quindi costretti ad adeguarsi calcolando le differenze di orario tra la capitale russa e la propria stazione di partenza o di destinazione.

La Transiberiana entra di diritto all’interno delle opere più grandi ed importanti mai realizzate dall’uomo. Il “gioiello più bello degli zar” ha permesso di ridurre le immense distanze esistenti tra Mosca e l’estremo confine orientale russo. Anche la Russia conobbe quindi una sua conquista del “Far West”, o meglio del “Far East”. La Transiberiana permise di raggiungere le più impervie e sconosciute terre di frontiera, unificando un Paese immenso e variegato come la Russia

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