La ex gli rapisce la figlia: lui assolda le forze speciali

Craigh Michael aveva perso sua figlia: la madre della bambina l'aveva rapita, e portata in Polonia. La polizia aveva fallito, ma lui non si è mai arreso: ha assoldato le force speciali, speso 35.000 sterline ed impiegato più di due anni. Ma l'ha ritrovata.

La ex gli rapisce la figlia: lui assolda le forze speciali

Poche cose riescono a condurre una persona a compiere i gesti più estremi, quanto la perdita di un figlio. O di una figlia. L’ha scoperto a sue spese Craig Michael, 35enne originario di North London (Inghilterra) figlio di immigrati ciprioti, che nel 2005 decise di tornare nella terra dei suoi avi. Proprio a Cipro Craig-ex investigatore privato, reinventatosi tautatore-conobbe Marta (29), nel 2007.

Tra i due scoppiò la scintilla, galeotto fu proprio un tatoo: “Quando entrò aveva un tatuaggio incompleto-ricorda oggi Craig-mi invitò ad uscire con lei per un drink”. Pochi mesi dopo, Marta rimase incinta. Così nel 2009 nacque la prima figlia della coppia, Castalia, seguita da Crystal nel 2010. Tutto sembrava destinato a concludersi in un meraviglioso idillio familiare sull’isola di Cipro, almeno fino a quando, nel 2011, non morì il nonno della donna.

Marta chiese a Craig di poter tornare in Polonia, il suo Paese d’origine, portando con sé le bambine. L’uomo non si oppose, almeno fino a quando la vacanza-che originariamente doveva essere di soli pochi giorni-non si prolungò per ben tre settimane. “Le dissi di tornare indietro, non volevo che Castalia perdesse altri giorni di scuola”. Ma è stato proprio in quel periodo che, come un fulmine a ciel sereno, è avvenuto il rapimento.

Craig si trovava in giardino insieme a Castalia, ma una volta rientrato in casa non ha più trovato né la compagna, né Crystal. Così l’uomo ha avvertito la polizia, ma nonostante ciò, Marta ha provato a sequestrare anche la figlia maggiore. Solo le resistenze della scuola-consapevole della situazione-hanno fatto sì che il suo tentativo di prelevarla al termine delle lezioni sfumasse.

Craig si è rivolto ad un avvocato, si è appellato alla Convenzione dell’Aia per la tutela dei diritti dei minori, e nel 2012 è iniziato il processo. Nel corso del quale Marta ha testimoniato che l’uomo abusasse di alcool e droghe, oltre che di lei e delle figlie. Accuse tuttavia dimostratesi prive di qualsivoglia fondamento. “Ha provato in tutti i modi a mettermi in cattiva luce-ha affermato il 35enne-ma il giudice è riuscito a vedere attraverso le sue menzogne”.

Così la sentenza fu favorevole a Craig, al quale venne affidata la custodia di entrambe le bambine. Ma Marta si rifiutò di lasciargli Crystal, e quando l’uomo si rivolse alla polizia, la donna era nuovamente scomparsa con la bambina. “Ero terrorizzato dall’idea di non poter vedere mia figlia mai più” ha poi confessato il 35enne, raccontando dello stato di disperazione che l’ha persuaso a prendere drastici provvedimenti. Lì dove la polizia aveva fallito, sarebbe riuscito lui con le sue forze.

Così l’uomo ha viaggiato fino in Polonia alla ricerca della figlia, mettendosi in contatto con la Child Abduction Recovery International. “Troviamo bambini rapiti in ogni angolo del mondo-recita lo slogan della CARI-riportando a casa i vostri figli in maniera rapida e sicura”. Per Craig era più che sufficiente. Crystal venne ritrovata nella casa dei nonni materni ad Opole, nel Sud della Polonia. Ma era necessario un piano d’azione per recuperarla.

L’occasione si presentò 12 giorni più tardi, quando la bambina tornò da un viaggio con i nonni. “Ci nascondemmo dietro i cespugli, la temperatura era di -6 gradi, c’era un freddo estremo” ha ricordato Craig in un’intervista, svelando alla rinfusa i il susseguirsi di quegli attimi concitati: lo scatto verso la bambina, la corsa disperata alla macchina con il motore acceso, all’interno della quale lo aspettavano le forze speciali della CARI.

Poi l’uomo ha raccontato il particolare più tragico della vicenda, il concretizzarsi dell’incubo di ogni genitore al quale hanno rapito un figlio: “Quando l’abbiamo ripresa lei non sapeva chi fossi, ed ha iniziato a piangere”. Crystal, sequestrata in tenera età, dopo più di 2 anni trascorsi senza vederlo, non riconosceva più suo padre.

“Non parlava inglese-ha continuato Craig-ma io conoscevo il termine polacco per <padre>. E continuavo a ripeterglielo”. Da lì il viaggio verso l’ambasciata cipriota di Vienna, dove erano già pronti i documenti per permettere alla piccola di fare ritorno a Cipro insieme al genitore. Una volta arrivati a casa, è avvenuto quello che l’uomo ricorda come il momento più emozionante: il ricongiungersi di Crystal con la sorella Castalia.

“Fu uno di quei momenti magici, che porterò per sempre dentro di me” ha commentato l’uomo, spiegando poi che Crystal: “E’ tornata a scuola, ha ripreso dimestichezza con l’inglese. E’ ancora strano averla di nuovo qui, mi è mancata da morire”. Ora Crystal (5) e Castalia (6) vivono a Cipro insieme a lui. Ma Marta, che è stata ritenuta colpevole di sequestro di minore e condannata a 18 mesi di carcere, ha già dichiarato di voler chiedere nuovamente la custodia delle bambine.

“Proverò a riportare le mie figlie da me. Farò tutto ciò che sarà possibile di fronte alla corte in modo legale”, ha minacciato la donna. Anche perché il modo illegale, grazie alla tenacia di Craig ed alla CARI, è già fallito.

Continua a leggere su Fidelity News