La Corea del Nord va rasa al suolo. Donald Trump convinto da un report CIA

La Corea del Nord è sul punto di attaccare gli Stati Uniti, per questo è necessario agire prima. Questo quanto emerge dal documento presentato dalla CIA al Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

La Corea del Nord va rasa al suolo. Donald Trump convinto da un report CIA

“Non manca molto tempo all’attacco della Corea del Nord agli Stati Uniti, sarà questione di mesi o poco più”, lo avrebbe affermato Mike Pompeo, il direttore della CIA. Questa certezza è stata messa nero su bianco in un documento, che ora è nelle mani del Presidente americano Donald Trump.
Il documento chiarisce anche che un attacco nucleare verso la Corea del Sud, il Giappone, il territorio del Guam o gli stessi USA, segnerebbe allo stesso tempo la fine del temuto regime di Pyongyang, perché la reazione militare sarebbe tanto violenta da non lasciare fuori nessuno.

Proprio quest’ultimo motivo fa ritenere che la Nord Corea non farà mai il primo passo. Probabilmente il primo passo potrebbe essere fatto dagli USA. Gli Stati Uniti infatti, con il lancio missilistico di settembre non hanno fatto altro che rafforzare la presenza militare nell’area: hanno inviato la Portaerei ‘Ronald Reagan’ e un sottomarino atomico. Secondo Il Messaggero la decisione di reagire del Presidente americano sarebbe scaturita proprio dal report della CIA.

Se gli USA fanno un attacco preventivo, avrebbero un lasso di tempo a loro beneficio, quello necessario alla Corea del Nord per organizzare un’offensiva. In questo tempo le armi nucleari potrebbero venir rifornite di combustibile per essere pronte a contrattaccare. La Corea del sud sarà protetta dallo scudo missilistico THAAD, in azione per la prima volta.

Va considerato anche il profilo geopolitico, in questo momento la Cina è un po’ ingombrante. Da 56 anni, dal lontano 1961, è legata alla Corea del Nord con un trattato in essere almeno fino al 2021, quando verrà rinegoziato.

Il trattato tra Cina e Corea del Nord prevede l’immediato sostegno militare in caso di aggressione in uno dei due Paesi. Pechino, per il momento deve mantenere la promessa, ma pare sia orientato a non accettare più la clausola di assistenza.

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