La birra Peroni non sarà più italiana. Ecco chi ha comprato il marchio

La birra Peroni non sarà più italiana: è stata comprata dalla Asashi per 2,55 miliardi di euro. La magia dei "quattro sapori" si trasferirà dunque in Giappone, ed il nostro Paese perderà una delle sue icone più rappresentative.

La birra Peroni non sarà più italiana. Ecco chi ha comprato il marchio

La birra Peroni emigra in Giappone, per una cifra monstre di 2,55 miliardi di euro. In contanti. E’ questo il valore dato al celebre brand italiano dal gruppo AB InBev, il quale ha accettato l’offerta presentata dall’azienda giapponese Asashi per l’acquisto di numerosi brand europei come Grolsch, Meantime e, per l’appunto, la stessa Peroni.

In quest’epoca di migrazioni e diaspore, anche il nostro Paese si era già adeguato al trend a modo suo nel 2003, entrando a far parte del gruppo SABMiller. Ed ora i celebri “4 ingredienti” per i quali è sempre stata famosa la Peroni diventeranno dunque giapponesi, quantomeno per quel che concerne la proprietà del brand.

Medaglia d’oro dell’American Tasting Institute per il 2001 ed argento nel 2006 per Monde Selection Organizing Committee, la birra Peroni ha segnato ben più di un’epoca in Italia, essendo stata fondata nel 1846 dall’intimenticato – ed indimenticabile – Giovanni Peroni. E come non citare la Nastro Azzurro, birra Premium che a lungo ha solcato la livrea della moto del fenomenale Valentino Rossi?

Più che un semplice marchio dunque, Peroni era diventato un vero e proprio status symbol; molti ricorderanno ancora il geniale slogan ideato da Nicola Lepore: “Chiamami Peroni, sarò la tua birra“, pronunciato dalla bellissima e conturbante Bionda Peroni di turno (ruolo per il quale si sono avvicendate numerose modelle dalla chioma dorata).

Ora però quei tempi sembrano essere irrimediabilmente finiti: la birra Peroni è infatti diventata giapponese, e nonostante il nome del marchio, difficilmente il prodotto potrà mantenere quell’aura di italianità che l’aveva sempre contraddistinto (sebbene gli stabilimenti produttivi continueranno ad essere localizzati nella nostra penisola).

Per Asashi si tratta dunque di una mossa strategica molto importante, che permetterà all’azienda asiatica di entrare con prepotenza nel mercato europeo. La Peroni giapponese, ipotesi già ventilata in precedenza quando si discuteva della sua acquisizione da parte degli orientali, è dunque diventata una realtà.

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