Una donna di 33 anni nei Paesi Bassi ha spiegato pubblicamente la sua decisione di porre fine alla sua vita con l’eutanasia, che è stata effettuata il 25 aprile nel giorno del suo 34esimo compleanno. La protagonista della vicenda si chiamava Jolanda Fun, del Brabante Settentrionale, ed ha scelto l’eutanasia nonostante fosse fisicamente sana per non continuare a vivere con i suoi problemi di salute mentale.
Jolanda si è aperta in una intervista al Times, pubblicata all’indomani del suo decesso, raccontando le diagnosi di disturbo alimentare, depressione ricorrente, autismo e lievi difficoltà di apprendimento. Ha detto che ha provato innumerevoli terapie, ma ha avuto difficoltà per tutta la sua vita.
Sebbene abbia genitori, un fratello, alcuni amici e un cane, Jolanda viveva nel dolore costante. “Oscurità, sovrastimolazione, caos nella mia testa, solitudine“, ha spiegato, “la maggior parte delle volte mi sento davvero di merda. Triste, giù, cupa. La gente non lo vede, perché quella è la maschera che indosso, è quello che impari a fare nella vita“.
Due anni fa un consulente le disse che l’eutanasia per motivi psichiatrici era legale, e da allora questo è diventato l’obbiettivo della donna, che ha ammesso di aver sempre pensato al decesso fin da quando era piccola. Il suo caso è stato inizialmente respinto dall’Expertisecentrum Euthanasie, l’istituzione che in genere gestisce casi complessi, ma Jolanda ha trovato uno psichiatra e due medici disposti ad aiutarla.
“È dignitoso: indolore, eseguito da un medico”, ha detto la donna. “I tuoi cari possono essere presenti. E nessuno ti scopre in uno stato spaventoso, oppure non finisce per andarti male o addirittura rimanere peggio di prima nel tentativo di toglierti la vita“. La procedura è diventata legale nei Paesi Bassi dopo che nell’aprile 2001 è stata approvata la legge sull’interruzione della vita su richiesta, entrata in vigore nell’aprile 2002. Con la sua approvazione, i Paesi Bassi sono diventati il primo paese al mondo a rendere eutanasia legale.