Josh Coombes è un barbiere che ha deciso di avvicinarsi alla persone che vivono per strada, ai senzatetto di Londra, per offrire loro un taglio di capelli gratuito e per fargli dono delle sue attenzioni. Un gesto semplice che però significa tanto per chi lo riceve che spesso, soprattutto nelle grandi città, è “invisibile”, impercettibile e ignorato.
Si avvicina a loro in maniera simpatica e poi li convince a radere la barba e accorciare la chioma; senza chiedere neppure una sterlina. “Il taglio restituisce loro la dignità, l’autostima e la fiducia”, spiega Josh Coombes al giornalista di El Mundo, e racconta di Paul, un uomo senza fissa dimora che stentò a riconoscersi dopo il taglio e al quale la chiacchierata restituì la speranza in una vita migliore.
Josh Coombes è un barbiere di 29 anni che spera che il suo gesto possa diventare un movimento globale di altruismo, e insieme ai suoi due amici, Matt Spracken e Dave Burt, ha creato una campagna con l’hashtag #DoSomethingforNothing (Fare qualcosa in cambio di niente).
Coombes ha seguito l’esempio di altri stilisti che cambiano l’immagine degli abitanti della strada gratuitamente: Mark Bustos, newyorchese che ha iniziato a tagliare i capelli ai senzatetto della Grande Mela, e Nasir Sobhani, in Australia. “Siamo già diversi barbieri che cercano di fare la differenza, ma la nostra idea è andare oltre e coinvolgere tutta la gente possibile nella chiamata di #DoSomethingforNothing nelle reti sociali“, afferma Josh. “Fai qualcosa senza aspettarti niente in cambio… Cucina per niente, insegna per niente, porta cibo a chi lo necessita o una tazza di caffè caldo. Esci in strada e passa all’azione. Se vuoi cambiare il mondo, inizia cambiando qualcosa dietro l’angolo”.
Josh lavora part time in un bar e si guadagna da vivere tagliando i capelli a domicilio, e ricorda come se fosse ieri il suo incontro con Darak, uno dei suoi primi clienti che viveva per strada da qualche mese. Aveva seri problemi di dipendenza e, mentre lui gli tagliava i capelli, parlava molto della sua vita personale. “Dopo il primo taglio incominciai a notare in lui un cambiamento. Ogni volta mi raccontava i suoi progressi: entrò in riabilitazione, trovò un lavoro e una fidanzata”, racconta Josh, che non sarebbe dire se i tagli di capelli hanno influenzato la sua autostima, ma è certo del fatto che lo hanno aiutato a far emergere la sua autentica natura.
“Non sono religioso, ma credo nella condizione umana e nell’energia speciale che ci unisce, E credo sia arrivato il momento di convertire questa energia in azione, ovunque ci troviamo“, ha concluso Coombes.