Jean Todt rilascia una rara dichiarazione sulle condizioni di Michael Schumacher

Jean Todt ha rilasciato un raro commento sulle condizioni di Michael Schumacher, che non è stato visto in pubblico dal suo incidente sugli sci nel 2013. L'ex presidente della FIA Todt ha chiesto che sia rispettata la privacy della famiglia di Schumacher.

Jean Todt rilascia una rara dichiarazione sulle condizioni di Michael Schumacher

È dal 2013 che il mondo non ha più visto Michael Schumacher, rimasto coinvolto in un incidente sulla neve che gli ha provocato gravi lesioni. Da allora la famiglia dell’ex campione della Ferrari si è chiusa nel più stretto riserbo, concedendo solo ad amici stretti la possibilità di vedere Michael ed evitando di rilasciare informazioni sul suo stato di salute.

Oggi l’ex presidente della FIA Jean Todt ha rilasciato un raro commento sulle condizioni della leggenda della Formula 1, riconoscendo che l’incidente di Michael ha avuto conseguenze, ma chiedendo che la famiglia del pilota sia lasciata in pace. Todt, che vede il sette volte campione di F1 una volta al mese, ha chiesto privacy per Corinna.

In una intervista con il Corriere della Sera, ha commentato: “Lasciamolo tranquillo, rispettiamo la volontà di privacy di Corinna e dei figli, sappiamo che quell’incidente ha avuto delle conseguenze. In merito alle voci che circolano sullo stato di salute di Michael, ha commentato: “Chi dice che sa qualcosa, non sa niente. Vado sempre a trovarlo. Lui e la sua famiglia sono la mia famiglia“.

Schumacher ha avuto un incidente sugli sci nel dicembre del 2013, ed è stato messo in coma farmacologico. Successivamente è stato trasferito nella casa di famiglia sul Lago di Ginevra nel settembre 2014, dove un team di personale medico ora supporta sua moglie Corinna nel prendersi cura di lui. Le condizioni di Schumacher sono state attentamente sorvegliate dalla sua famiglia, con il tedesco che non è stato visto in pubblico dal suo incidente.

Michael quando correva poteva sembrare un po’ presuntuoso e antipatico, ma era un atteggiamento che serviva a nascondere la sua timidezza“, ricorda Jean Todt, che ha lavorato per anni a fianco del pilota nella Ferrari. “Era umile, si metteva sempre in dubbio. Non ha mai accusato la squadra, neanche quando a Silverstone per colpa nostra si sono rotti i freni“.

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